10 anni fa l’arresto di Pasquale Condello detto “U supremu”
2 min di letturaDieci anni fa, la sera del 18 febbraio 2008, nel quartiere Pellaro di Reggio Calabria, l’organo investigativo dei ROS arrestava, dopo 18 anni di latitanza, Pasquale Condello, considerato il massimo esponente della ‘ndrangheta calabrese del tempo.
Condello, detto “U supremu” per il suo carisma e la sua risolutezza, era asceso al vertice della ‘ndrangheta nel 2004, in seguito all’arresto del boss Giuseppe Morabito.
La carriera criminale di Pasquale Condello
Pasquale Condello (58 anni al momento dell’arresto) è stato uno dei boss più forti dell’organizzazione criminale del Reggino – paragonato ai più grandi boss della storia di Cosa nostra come Bernardo Provenzano. Arrestato una prima volta nel 1988 per associazione mafioso, uscì per cauzione e cominciò la sua latitanza sul finire del 1990; dal 1993 la sua ricerca era stata allargata a tutto il mondo.
Il suo curriculum malavitoso ha radici profonde nel tempo: Condello è ritenuto il mandante dell’omicidio perpetrato nella notte del 27 agosto 1989 ai danni di Lodovico Ligato, già presidente delle Ferrovie dello Stato. La scalata ai vertici della malavita calabrese del boss Condello è costante e consacrata nel 2004 con l’arresto del precedente capobastone della ‘ndrangheta reggina Giuseppe Morabito.
L’arresto
Dopo 18 lunghissimi anni la latitanza di Condello arriva al capolinea la sera del 18 febbraio 2008. Un gruppo di cento unità dei ROS lo arresta in un appartamento ben arredato di Pellaro, nei pressi di Reggio Calabria, nel suo territorio.
«Non c’entro niente con queste inchieste, con la guerra di mafia» sono state le prime parole del superboss dopo l’arresto.
Pasquale Condello, “U supremu”, è stato condannato a quattro ergastoli e ventidue anni di reclusione. È detenuto nella casa circondariale di Spoleto (Pg).
Antonio Pagliuso