Le 10 proposte per rendere attuabile il Reddito di Cittadinanza in Calabria
4 min di letturaIn seguito alle recenti audizioni presso la XI Commissione Lavoro del Senato, “Alleanza contro la povertà in Italia” ha vagliato i vari interventi e commenti e ha deciso di elaborare un documento contenente 10 proposte per la modifica del Decreto sul Reddito di Cittadinanza (Decreto n. 4 del 28 gennaio 2019)
Comunicato Stampa
Si tratta di proposte coerenti con il disegno governativo, che in ogni caso si ritengono mozioni migliorative perché dirette a rafforzarlo nella sua problematica realizzazione che da parte di molti viene ritenuto assolutamente irrealizzabile.
“Alleanza contro la povertà in Calabria” interviene per poterlo rendere realizzabile anche nella nostra regione, debole di servizi di accompagnamento al lavoro e ultima in prestazioni e interventi sociali.
Uno. Alleanza contro la povertà propone di semplificare le informazioni alla popolazione, evitando di coinvolgere le Poste e i Caf nel periodo complesso di introduzione di questa nuova misura, poiché difficilmente potranno svolgere autonomamente questo incarico. Si propone dunque di mantenere i Punti Unici di Accesso comunali già previsti dal Reddito di Inclusione (REI) utilizzandoli anche per il Reddito di Cittadinanza (RdC) perché i comuni sono comunque chiamati in causa e più capaci di orientamento e di accompagnamento all’inclusione sociale.
Due. In secondo luogo proponiamo di modificare gli attuali criteri basati esclusivamente sul pronostico di occupabilità e prendere in considerazione anche quelli riguardanti le povertà individuali e famigliari, mettendo in campo percorsi specifici appropriati per ogni famiglia, attrverso figure professionali per l’accompagnamento all’inclusione anche sociale.
Tre. Chiediamo anche che le famiglie possano fruire di percorsi flessibili nel corso del tempo all’interno dei quali il nucleo, o i singoli componenti in carico al Comune o al Centro per l’impiego, possano ricevere servizi e interventi di inclusione sociale o lavorativa, potendo utilizzare come aggiuntive le disponibilità economiche e di personale inserite dalla Regione Calabria nel “Piano povertà 2018-2020 (Deliberazione n. 381 della seduta del 10 Agosto 2018).
Quattro. Proponiamo che nei vari Ambiti territoriali già esistenti per il REI si punti a rafforzare la collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti a vario titolo nella lotta alla povertà, al fine di costruire insieme risposte integrate il più possibile.
Cinque. Senza programmazione, non c’è governo e pertanto si propone di organizzarsi a sistema coinvolgente i diversi livelli di governo e governance (Stato-Regioni-Ambiti Territoriali) nella determinazione degli obiettivi, nella loro attuazione e nella successiva verifica. Questo, per meglio contrastare la povertà che per ingenerare meccanismi di solidarietà istituzionali e sociali.
Sei. Suggeriamo di potenziare il lavoro nel sociale, nella sanità, nell’educazione. In particolare nella nostra Calabria, al Sud in generale, ma anche nell’intero Paese serve una strategia per l’occupazione nel sociale andando oltre agli operatori impegnati nella promozione dell’inclusione lavorativa presso i Cpi (i cosiddetti navigator) e incrementando l’occupazione degli operatori sociali pubblici e degli Enti del Terzo Settore.
Sette. Chiediamo di illustrare meglio che i progetti di utilità sociale devono essere utili alla collettività e utili ai beneficiari del RdC. Per questo chiediamo di: sottolineare che i progetti non devono essere sostitutivi di attività retribuite; precisare che hanno natura temporanea; rendere il vincolo delle 8 ore settimanali sia flessibile, in base ai differenti profili di progetti e di utenti.
Otto. Proponiamo che acanto al meccanismo del monitoraggio si utilizzi anche quello della valutazione. Riteniamo che puntare esclusivamente sul monitoraggio limiti la possibilità di comprendere “cosa sta funzionando e cosa no” e, di conseguenza, come avviare opportune correzioni e modifiche. Inoltre, è importante prevedere che i dati riguardanti i beneficiari, ricavati attraverso le piattaforme digitali per l’implementazione del RdC, siano resi disponibili per realizzare analisi indipendenti.
Nove. Il RdC dovrebbe valorizzare anche realtà delle persone senza dimora. Rispetto a ciò, l’Alleanza sostiene e rilancia le proposte avanzate dalla FIO-PSD(Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora) che mirano a far sì che il RdC tenga conto delle effettive condizioni delle persone senza dimoranell’accesso alla misura e nei successivi passaggi, evitando di discriminare le situazioni di disagio maggiore, rafforzando la disuguaglianza sociale.
Dieci. “Alleanza contro la povertà in Calabria” concorda con l’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Calabria nella proposta che negli Enti locali venga messo a regime il numero adeguato del personale richiesto, e sostiene la proposta del Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali finalizzata a incrementare la sicurezza di professionisti e operatori coinvolti nel RdC.
Giacomo Panizza