30.000 Insegnanti per la Gran Bretagna
2 min di letturaIl governo inglese cerca 30.000 insegnanti ai quali verrà pagato un anno sabbatico per arricchire il proprio curriculum, specializzarsi e approfondire la professione docente.
Negli ultimi anni la carenza di maestri e professori diventa un’emergenza per la Gran Bretagna a tal punto che il ministro dell’Istruzione Damian Hinds per rendere attraente la professione ed evitare la fuga dalle cattedre pensa all’anno sabbatico.
Quest’anno mancherebbero all’appello 30.000 insegnanti. Inoltre i docenti che hanno lasciato la professione sono passati dai 22.260 del 2015 a 34.910 del 2016 e nel 2017 la crescita non si é arrestata soprattutto nel settore della scuola secondaria, dove avere a che fare con ragazzi adolescenti problematici, trasforma il lavoro in una sfida difficile da affrontare.
Il governo inglese vuole rendere l’insegnamento una professione flessibile, competitiva con altre carriere
Molti pensano che le settimane di vacanza all’anno sono già una flessibilità rispetto altri lavori, ma bisogna pensare anche al carico di scartoffie, alla tensione in aula e allo stress di pomeriggi e sere trascorsi a preparare lezioni e correggere compiti e quindi ecco il progetto pilota dell’anno sabbatico, i prof dovranno dimostrare che il tempo retribuito passato fuori da scuola servirà loro per acquisire nuove competenze o per lavorare in altri contesti, in modo da ottenere un arricchimento trasferibile nel mondo degli allievi.
Potrà durare per un trimestre o per un intero anno accademico e verrà concesso solo a coloro che hanno già maturato una decennio di anzianità dietro la cattedra.
Per il progetto il governo ha già messo a disposizione un fondo da cinque milioni di sterline, che potrà coprire 138 “distacchi” per un anno intero oppure 400 a tempo ridotto.
Durante l‘assemblea della National Association of Head Teachers (NAHT), ovvero l’associazione dei presidi, dove ha presentato la proposta, Damian Hinds ha sottolineato che l’obiettivo comune è far rimanere l’insegnamento una carriera attraente e soddisfacente. Cosa ne sarà invece della scuola italiana?
Valentina Arichetta