In 5mila a festeggiare i 10 anni di Felici & Conflenti
3 min di letturaL’antropologo Vito Teti: «Una buona pratica di restanza mobile e attiva»
Oltre 5mila presenze in 5 giorni, quasi un centinaio di iscritti ai laboratori proposti e una comunità di suonatori, ricercatori, studiosi e appassionati da tutta Italia e varie parti d’Europa che si sono riuniti nel piccolo paese dell’entroterra calabrese.
Tutti a celebrare, in una grande festa, i dieci anni di un progetto che si impegna a promuovere nuove pratiche di abitare i paesi e contrastare lo spopolamento attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale della Calabria e dell’intero Meridione.
Si è conclusa la decima edizione di Felici & Conflenti, la festa di comunità più grande della Calabria che per cinque giornate ha proposto un ricco cartellone di eventi tra seminari, dibattiti, laboratori, incontri, escursioni, serate di festa e convivialità per un’esperienza unica che riesce a coniugare passato e futuro, tramandando saperi antichi alle nuove generazioni.
«Chiudiamo questa edizione con un bilancio sicuramente positivo per l’incremento del numero di presenze – ha commentato il presidente dell’associazione Felici & Conflenti Giuseppe Gallo – registrate sia durante le serate di festa che nei vari laboratori proposti, come quello di tessitura su telaio, grande novità di quest’anno, condotto da Mirella Leone, una delle poche che mantiene viva questa tradizione nel territorio. Il nostro però è un lavoro che non si esaurisce in queste giornate di festa, ma prosegue tutto l’anno per continuare a tramandare i suoni e le tradizioni dell’area del Reventino e della valle del Savuto».
Un lavoro, dunque, portato avanti quotidianamente in questi dieci anni e che inizia a dare frutti maturi con una nuova generazione di musicisti emergente, rinsaldando i contatti con le generazioni più anziane, e nuovi importanti progetti in grado di contribuire in modo concreto alla salvaguardia e alla trasmissione del patrimonio musicale e coreutico del Reventino-Savuto, come la creazione del primo fondo dell’Archivio Sonoro della Calabria, parte della rete nazionale degli Archivi Sonori.
«Questo decennale dimostra che è possibile fare degli eventi con delle modalità alternative – ha commentato il coordinatore scientifico di FeC Christian Ferlaino – lontane dal turismo di massa, capaci di attirare partecipanti, includerli nel tessuto del paese, farli integrare all’interno della comunità. In quest’anno i numeri raggiunti ce lo confermano, le modalità con cui abbiamo portato avanti “Felici & Conflenti” dimostrano che è possibile farlo, è possibile educare un territorio a una nuova pratica dell’abitare. L’altro passo fondamentale di questo decennale è l’avvio dell’archivio sonoro del gruppo di ricerca Felici & Conflenti che rafforza i rapporti con il territorio e offre a quest’area ricchissima di musica, ma poco studiata da un punto di vista etnomusicologico, la possibilità di estendere gli studi musicali e mettere a disposizione di una vasta utenza materiali molto preziosi».
Un fondo attualmente in fase di costruzione, nel quale confluiranno le ricerche portate avanti in questi anni da Felici & Conflenti e i materiali storici raccolti, reso possibile grazie al forte radicamento dell’associazione sul territorio, a testimonianza dell’importanza del lavoro svolto.«”Felici & Conflenti” rappresenta una delle esperienze di festival d’incontro tra le più significative della Calabria e del Mezzogiorno d’Italia. – ha commentato l’antropologo Vito Teti, tra gli ospiti dell’evento fin dalla sua prima edizione – La nascita di questo archivio della musica può essere preludio alla costruzione di archivi di altro genere, come quello fotografico o filmografico, perché la Calabria ha un grande bisogno di centri di cultura e di raccolta, di archivi e luoghi che rendano fruibili i documenti utili per ricostruire una storia identitaria importante, non per restare ancorati al passato, ma per operare e lavorare oggi. Questa è una buona pratica di restanza mobile, attiva ed efficace che riesce a cambiare davvero le cose»