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Grande successo di Marcore’ a Lamezia Terme

3 min di lettura

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.

dal libro “Mappa del nuovo mondo” di Derek Walcott

Mi seduce così, alla fine, con la poesia.

Rassegna Sabato del Villaggio a Lamezia Terme. Teatro Grandinetti esaurito, eheh, già dalle 17,00, ed io guardo con preoccupazione ed irritazione crescente la folla invadere ogni superficie calpestabile ed ostruire pericolosamente ogni possibile via di fuga.

E se ci fosse una scossa?-Domando a mio vicino, allarmata. Lui, serafico, mi fa:- Non ci pensi.- E davanti al mio sconcerto aggiunge:- La cultura attira.-

Così inizio a prendere appunti su una passione che dà una strana luce negli occhi , un Neri Marcorè bimbo che canta le canzoncine dello Zecchino d’oro e poi adolescente imitare i suoi professori. Nel Novanta la svolta. Partecipa come concorrente ad uno show “Stasera mi butto” e vince, in seguito con Raffaella Carrà sarà scritturato per un anno. Ricomincio da due.

Lo guardo mentre si dà una grattatina alla coscia, al fianco, al polpaccio, sul naso, mentre si tocca la barba, come se lo studiassi ed ora anche lui sta dicendo che studia un gesto, che ha una intuizione, che sia la chiave di lettura della voce e del testo del personaggio da imitare. Gasparri, Casini, Alberto Angela. Di lui dice che lo sorprese come potesse spacciare qualsiasi cosa per antica. Di come gesticolasse per costruire quasi l’oggetto di cui stava parlando. Un modo affettuoso di avvicinarsi agli individui con le loro debolezze, con le loro stranezze. Si porta tutto in tasca, lui, come me, come tutti. Ci portiamo Gaber e Luporini, i monologhi del Signor G, ci portiamo Gigi Proietti, e De Gregori. Sul palco una chitarra e lui ci canta Cardiologia. Dell’amore non si butta niente. Una curiosità che lo attira verso tutto ciò che non conosce.

Il nuovo, lo sconosciuto non lo spaventa, lo attira e poi vuole provarsi a fare. La sfida a testarsi in ambiti diversi. Attore, Presentatore, Cantante, Imitatore, in ordine sparso.

La luce che illumina i suoi occhi, la luce che tutti possediamo, sta dicendo, si chiama curiosità, orizzontale, a strisce grigie e blu, come i calzini. Mi innamoro, alla fine, anche dei calzini di Marcorè..

e normale non sono neppure io, come non lo è nemmeno lui, così sta ora confessando sul palco. Siamo alla fine e prende in mano i libri. I nostri libri. Quante lacrime abbiamo fatto su I Ragazzi della via Paal, quante volte abbiamo letto Siddharta, e L’amore al tempo del colera, Florentino e Fermina, Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale, e poi
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

Neri Marcorè: Latin Lover

Nella tasca ti porteremo

Ippolita Luzzo

Un cortese ringraziamento all’amica Giusy Cervadoro per le foto.

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