Al Maggio dei Libri convegno sullo scrittore calabrese Antonio Altomonte
3 min di letturaLucidità critica, passione meridionalistica, impegno culturale poliedrico caratterizzano la narrativa di Antonio Altomonte presentato ad un vasto pubblico nel corso di un incontro “La Letteratura Meridionale del ‘900” inserito nella rassegna del “Maggio dei Libri” organizzata dal Sistema Bibliotecario Lametino e dal Comune di Lamezia Terme
L’argomento è stato affrontato dalla giornalista Lina Latelli Nucifero, autrice di brevi saggi su autori meridionali che hanno dato un valido contributo al patrimonio culturale italiano per le loro tematiche di interesse letterario, storico, politico ed economico.
La relatrice, affiancata dallo studioso Francesco Polopoli nel ruolo di moderatore, dopo aver delineato il profilo dello scrittore, giornalista e critico di ampio respiro Antonio Altomonte, si è soffermata sulle sue opere al fine di metterne in luce le novità, le sue energie artistiche e rappresentative della Calabria e la giusta collocazione nella cultura meridionale dello scrittore che si discosta da quella segnata da una peculiare conformazione storica che domina lo scenario letterario fino alla seconda guerra mondiale.
«I mutamenti sociali e politici, – ha affermato Lina Latelli Nucifero – l’incipiente decollo industriale, le trasformazioni economiche sono tutti fattori che hanno incoraggiato la cultura meridionale a superare i suoi angusti orizzonti per confluire in un campo più vasto, quello della cultura nazionale anche se molti scrittori del Sud erano ancora fortemente legati alla radici storiche della propria terra di cui esprimevano il carattere attraverso la denuncia, la protesta, il vittimismo storico. In questa direzione si inquadra Antonio Altomonte che spazia in una dimensione di libera attività evitando il rischio di essere soffocato da rigide formule precostituite.
«Oggi – ha continuato la relatrice con esplicito riferimento al pensiero di Altomonte – non ha motivo di esistere una letteratura meridionale che si esaurisca nella denuncia di maniera e dei vecchi mali del Mezzogiorno, essendo venute meno le ragioni, le premesse , le condizioni di partenza che erano alla base di essa».
Nato a Palmi nel 1934, Antonio Altomonte, iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina, coltivò interessi letterari seguendo le lezioni di Letteratura di Giacomo Debenedetti.
A 27 anni si trasferì a Roma poter svolgere l’attività di giornalista con maggiore dedizione avendo già scritto racconti e articoli sulla Gazzetta del Sud e sul Tempo di cui divenne responsabile per le pagine culturali.
La morte lo colse nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio 1987, all’età di 52 anni, in una clinica romana, dopo una malattia durata un anno. Le sue spoglie furono traslate subito a Palmi.
La relatrice Lina Latelli Nucifero ha sottolineato l’importanza dell’opera letteraria di Antonio Altomonte per la quale egli entra a pieno titolo nel panorama della Letteratura italiana, anche se in una posizione meno eccentrica, e il lustro dato alla Calabria di cui rappresenta le migliori energie culturali per le tematiche trattate nelle sue opere di forte richiamo nazionale ed europeo evidenziate dalla relatrice attraverso un’attenta disamina, animata dalla lettura di alcuni brani.
Il feudo, L’idea del Corpo, Adolescenza, Dopo il Presidente, Sua Eccellenza, Il fratello orientale e le biografie Il Magnifico. Vita di Lorenzo de’Medici e Dante, Una vita per l’imperatore sono state le opere oggetto di attenzione al fine di individuare i temi più salienti sia della narrativa italiana che europea di introspezione tra cui l’anonimato spersonalizzante, l’Altro Io o il Doppio o il Sosia, l’intrigo internazionale, la malattia, l’enigma, l’identificazione tra letteratura e vita, la disgrezazione del vecchio ordine, il tramonto della classe borghese,l’emigrazione dei contadini ed artigiani in America o nell’Europa del Nord, la crisi esistenziale e la metafora del potere evidente nel romanzo “ Dopo il Presidente”.