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Il cambiamento possibile, convegno sui giovani e le startup

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Il cambiamento possibile, convegno sui giovani e le startup

Sfidare le onde come un marinaio provetto che non teme il mare, perché solo attraversandolo si è capaci di raggiungere altri lidi

Cambiare in Calabria territorio difficile grazie ad una nuova modalità di operare che crea rete e che mette al centro la persona per il conseguimento del bene comune, tema molto caro anche a Papa Francesco.

Questa in sintesi l’idea di un giovane che crede nel cambiamento possibile e da questa idea ne è nata una pubblicazione che è stata presentata venerdì 31 maggio alle 17,30 presso la sala Falcone e Borsellino dell’Università di Catanzaro.

Si tratta dell’esordio letterario del dottor Paolo Marraffa, Strategic Advisory Specialist Partner Oltre Open Innovation Hub.

Un saggio molto concreto che ha la visione de “Il cambiamento possibile” sulla possibilità per i giovani di creare startup e innovazione.

A relazionare nell’incontro moderato da Raffaele del Monaco Senior Copywriter Partner Oltre Open Innovation Hub, il Professor Antonio Viscomi del Dipartimento di scienze giuridiche, storiche, economiche e sociali, deputato e già vicepresidente della Regione Calabria, il prorettore dell’Università di Cosenza Luigi Filice, direttore del Digital Innovation Hub Calabria, che ha curato la prefazione al testo, Don Francesco Brancaccio Vicario dell’Episcopato per la cultura dell’arcidiocesi metropolitana di Catanzaro Squillace e Francesco Cicione Ceo di Entopan.

Una visione dell’open innovation come possibilità di cambiamento.

Ha spiegato Viscomi: «Bisogna superare l’ancoraggio al passato e proiettarsi verso il futuro. Accogliere la sfida dell’innovazione tecnologica». Ha poi spiegato con una metafora tale concetto: «La differenza tra un marinaio provetto ed un dilettante si rende palese quando lascia il porto. Il marinaio inesperto guarda la distanza che lo separa dal porto, l’altro guarda al mare aperto. Il mare rappresenta le opportunità che bisogna saper cogliere. Questa è la vera sfida della politica. Aprire nuovi orizzonti significa anche essere capaci di ascolto».

Una metafora colta anche dal prorettore Filice che ha voluto citare un proverbio: «Come fai a spiegare il mare a chi vede solo una distesa d’acqua?» Da qui la necessità di saper guardare oltre e di governare le tecnologie ma non lasciarsi governare da esse perché l’azione dell’uomo secondo Filice è insostituibile. Anche secondo Viscomi l’importanza di educare all’uso consapevole della innovazione tecnologica è fondamentale, un compito che non può essere demandato esclusivamente alla famiglia ma anche alla scuola.

Per Cicione il testo «Il cambiamento possibile del Marraffa parla della possibilità di far Open Innovation in Calabria, una innovazione non chiusa ma aperta con la creazione di un sistema di collaborazioni che pongano al centro la persona. La modalità per farlo come disse la poetessa Emily Dickinson: è abitare la possibilità». Secondo Cicione far innovazione significa «rompere schemi, andare oltre, il vero cambiamento possibile esige il rispetto di tre regole: Disponibilità, perseveranza e verità al cambiamento, altrimenti il tutto si tradurrebbe in incapacità di avanzamento».

Secondo don Brancaccio «L’innovazione richiede una mentalità aperta, nel volume il filo rosso che lega tutte le attività volte al cambiamento vedono nella persona umana e nel bene comune il fine ultimo».

Interessante l’intervento di una giovane commercialista, Paola Trapasso, secondo la quale è possibile potersi realizzare anche al Sud malgrado le difficoltà ed ha concluso con la frase di Vittorio Alfieri “Volli e volli sempre fortissimamente volli”.

Ha concluso l’autore ringraziando i presenti e sottolineando come l’evoluzione verso l’innovazione tecnologica debba avere come fulcro non il becero profitto a discapito degli altri ma il tendere al bene comune per migliorare le condizioni del genere umano.

Giuseppe Donato

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