Lamezia. Il 7 giugno la presentazione del nuovo libro di Antonio Cannone
2 min di letturaVenerdì 7 giugno alle ore 18,30, organizzato in collaborazione dal Centro “Riforme- Democrazia- Diritti” e dalla Libreria Gioacchino Tavella, presso il Chiostro Caffe Letterario-San Domenico di Lamezia Terme sarà presentato l’ultimo libro del giornalista e scrittore lametino, Antonio Cannone
Insieme all’Autore, il docente dell’Università di Firenze, prof. Vittorio Mete e la prof.ssa e giornalista Anna Dora Rocca Docente presso il Liceo Scientifico “Galilei” di Lamezia Terme.
La nuova opera di Cannone ha già ottenuto importanti riconoscimenti. Finalista al Premio Letterario Residenze Gregoriane e finalista, con menzione d’onore, al premio letterario nazionale “Artisti per Peppino Impastato”.
Un romanzo intriso di simbolismi che sottende in continuazione una visione lirica sulla complessità dei rapporti umani, con un impianto narrativo intimo e di introspezione.
Non mancano i riferimenti alla realtà calabrese da dove comunque si dipana una visione globalizzata della contemporaneità. Un lavoro di “rigida libertà” con sentimenti universali che nascono e si sviluppano in un crescendo di emozioni dove ogni personaggio ha il proprio palcoscenico. Gabbie virtuali che in realtà diventano prigioni e dove viene messa in mostra la difficoltà dell’uomo nell’agire quotidiano e nei rapporti con il suo simile.
Per Cannone il “viaggio” è inteso come metafora dell’esistenza dell’uomo in un ricorrente confronto con l’ambiente e la società, con i dubbi, le certezze, gli incubi, le storie romantiche e tragiche del vivere comune. I protagonisti sono messi di fronte ai fatti, li subiscono o li provocano e a raccontarli è una “voce narrante”, una sorta di “fuori campo” che è la nostra coscienza.
Un’aleggiante e interrogativa voce narrante, potente quanto la coscienza nella metafora d’inconscio utilizzata e ci parla e ci conduce nei mondi raccontati di un significativo romanzo intimista. Un originale e inedito viaggio introspettivo – di dantesca memoria – ottimamente descritto, che tratteggia un’umanità presa dai propri materiali bisogni, negli errori e nelle trappole di ogni giorno. Società sfaldata e corrotta, nel ritratto fatto attraverso storie di personaggi “peccatori” ognuno più o meno consapevole delle scelte di vita.
Denuncia ma soprattutto dubbi e domande sulla nostra esistenza, o – non esistenza -, nell’accettazione “atea” che nessuno possa giudicare ed essere giudicato ma rispondere delle proprie azioni solo a se stesso e alla propria – coscienza -, appunto, criterio supremo di moralità”.