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‘U Sangiuanni’, antiche tradizioni ancora vigenti

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battesimo

In questo giorno (24 giugno S.Giovanni) anticamente (forse anche oggi), si chiedeva ‘u Sangiuanni’

Infatti, si andava dalla persona prescelta e si chiedeva di fare ‘ ‘u cumpari’.

‘U cumparaggio’ non si poteva rifiutare, poiche’ tale comportamento costituiva un’oltraggio nei confronti del proponente.

Chiariamo, che fare ‘u cumpari costituiva un legame alla stregua del legame di sangue fra il compare ed il proponente.

Con il comparaggio si legavano le famiglie, infatti da quel momento tutti i membri delle due famiglie si chiamavano ‘cumpari e cummari’, cio’ era esteso a zii, cugini, cognati ecc.

Il comparaggio serviva a rafforzare il prestigio delle famiglie oggetto del comparaggio.

I comparaggi: cumpari d’aniallu, cumpari du vattisimu, i più importanti. C’era poi a cummari di juri, di l’ugna ecc.

U “cumpari d’aniallu” regalava alla sposa un anello prezioso e s’impegnava a battezzare il primogenito, al quale avrebbe regalato ‘na catina d’oru ccu llu Crucifissu.

Pua c’era ” ‘u Sangiuanni” ‘barbaricino’ – cavallaresco – (riparatore di offese). Tale comparaggio avveniva quando ci si scontrava fisicamente, specialmente tra “gentiluomini” d’onore. Onde evitare conseguenze piu’ gravi, che potevano portare a faide, una delle parti chiede di fare ” ‘u cumpari’ riparatore, cosi’ stringendo un legame piu’ forte.

Francesco Domenico Mete

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