Sanità. La gravità della storia di Luana Maurotti
7 min di letturaNadia Donato, giornalista e presidente dell’associazione SenzaNodi-Donne Insieme prova a dar voce a Luana Maurotti, raccontando l’ennesimo fatto increscioso di una persona malata che ha a che fare con la sanità calabrese e che sarà oggetto di una denuncia alla Procura della Repubblica
La storia di Luana ha contorni inquietanti. L’incomprensibile attesa. Il nulla di fatto. L’impotenza dei medici. L’incapacità di chi ci Governa? Ecco cosa ha fatto la politica della Sanità in Calabria. Vi racconto la vicenda di Luana (malata di Lupus) che si rivolge all’Asp di Catanzaro, sede di Catanzaro Lido, per una cisti. (L’Asp è composta dall’ospedale di Lamezia Terme, di Soveria Mannelli, di Soverato, Casa della salute di Chiaravalle e medicina del territorio su tutta la provincia).
Dopo la prima incisione della cisti si scopre che ci sono delle radici da togliere e da qui parte la vicenda che ha dell’incredibile, ma che purtroppo riguarda molte persone, non solo Luana.
Primo intervento ambulatoriale febbraio 2019, dopo 6 mesi la seconda per completare quanto fatto nella prima visita, ma l’odissea non finisce qui. L’appuntamento previsto per il 18 agosto salta perché il medico è assente, nessuno ha avvisato l’ammalata di questa assenza, ma è ancora peggio quando chiede un nuovo appuntamento (sempre per completare quanto fatto a febbraio 2019) e le viene risposto che può tornare a febbraio 2010. Bisogna togliere della radici di una cisti. Bisogna solo dare risposte ad un ammalata. Bisogna garantire il diritto alla cura.
Sulla grave situazione che regna in Calabria sulla Sanità continua imperterrito il silenzio delle istituzioni preposte, continuano allo stesso modo ma forse più colpevole quello della politica. Le famiglie ed i malati hanno diritto a risposte che spesso salvano la vita eppure quotidianamente succede l’incredibile così come è successo per Luana che non ha problemi a denunciare, capita a tante persone che non sanno nemmeno come difendersi.
Di queste persone indifese e di tutti i malati approfitta questa burocrazia e questa politica del nulla di fatto.
In Lombardia un solo ospedale che va male per la cattiva gestione e imbroglia costa quanto costa tutta la Sanità in Calabria, ma al Nord provano a riparare i danni perché c’è un assessore che lavora e che risponde del proprio operato, nessun malato ne risente perché il servizio va avanti e garantisce sicurezza e cura, in Calabria commissariano per anni, spendono per tre volte il necessario, nessuno è sicuro e nemmeno il “nuovo modo di fare Politica” garantisce il diritto alla cura. Dove stiamo andando? Chi risponderà dei danni, anche fisici, fatti ai calabresi?
Ecco quanto descritto da Luana Maurotti, che, come detto in precedenza sarà oggetto di una denuncia alla Procura della Repubblica e che dovrebbe essere messo in primo piano vista la gravità della situazione:
“Mi sembra doveroso denunciare l’ennesimo fatto increscioso successo lunedì 18 agosto all’ASL di Catanzaro Lido.
Sono Luana Maurotti affetta da LES (Lupus Eritematoso Sistemico).
Per chi non lo sapesse il LES è una malattia autoimmune, in pratica il mio sistema immunitario viene detto “ sistema impazzito” che invece di difendere attacca gli organi più importanti. Ne sono affetta da ben 20 anni nel corso dei quali ho perso un rene, sono affetta da vasculite celebrale, fibrosi polmonare, sindrome di Sjogren, fibromialgia, Assonopatia Motoria e Neuroles di recente. Nulla di strano ad avere tutte queste patologie in quanto come diceva un medico: “avere una malattia autoimmune è come lasciare una porta accostata, se c’è vento entra vento, se c’è polvere entra polvere, se piove entra acqua e anche un ladro può entrare”, insomma puoi avere di tutto.
Mi sono presentata, questa sono io! UNA MALATA INVISIBILE MA NON IMMAGINARIA.
Descrivo l’accaduto partendo da una visita chirurgica fatta in febbraio 2019 dove mi viene incisa una cisti e mi viene detto di prenotare per una visita successiva in quanto la stessa aveva radici che bisognava togliere.
Lo stesso giorno provvedo a fare la prenotazione e mi viene dato appuntamento per il 18 agosto alle ore 9 (6 mesi dopo).
Arrivo in struttura giorno 18 e mi sento dire che il medico non c’è e che devo prenotare di nuovo la visita. A parte l’assurdità del tutto, io ribadisco che ho prenotato la visita 6 mesi fa e se il medico non c’è dovrebbero loro in automatico darmi un’altra data per la visita. Dico anche le mie problematiche e di quanto possa essere rischioso per me.
Ma loro insistono che le disposizioni sono queste. Provo a chiedere per curiosità quando dovrebbe essere l’ipotetica data, e mi sento rispondere febbraio 2020.
Ovvio che mi pare una situazione inaccettabile in quanto dalla prima incisione (febbraio 2019) alla prossima passerebbe un anno esatto!
Si parla tanto di prevenzione, ed alla fine per avere un ulteriore appuntamento, tra l’altro per assenza del medico, devo aspettare ulteriori 6 mesi.
Premesso che il medico ha diritto di assentarsi per ferie o malattia, è un essere umano, ma penso che come malato ho diritto ad avere delle risposte ad un mio problema.
Che poi non è solo mio, in quanto tutte le persone prenotate hanno avuto la stessa mia risposta.
Ho deciso di rendere pubblico questo episodio, che non è isolato, e quando ho parlato con alcuni conoscenti di questa situazione mi sono sentita dire: “ma tanto che parli a fare? Non cambierà mai nulla!”. Sarà anche vero che non cambierà mai nulla, ma se tutti facciamo finta di nulla in fatti che riguardano tutti noi, e di una gravità non proprio lieve, in quel caso davvero non cambierà mai nulla.
La Sanità calabrese è martoriata da un commissariamento decennale, a discapito di noi malati.
Una domanda mi sorge spontanea, dieci anni sono lunghissimi, possibile che tutti gli esperti a cui è stato affidato il commissariamento non siano riusciti a tutt’oggi a trovare una soluzione?
Ho visto manifestare gente per tante cose (ben venga la libertà di espressione delle proprie ideologie!), ma pochi per la disastrosa situazione che abbiamo nella Sanità calabrese, e quelli che l’hanno fatto è passato in sordina in quanto non tutti lo sanno. Possibile che in una Regione con 247000 malati cronici (dati facilmente reperibili) in più rispetto al resto dell’Italia nessuno abbia voglia di ribellarsi?
Non voglio assolutamente fare guerra con le Istituzioni, ma trovare soluzioni concrete per noi malati.
I malati calabresi, me compresa, siamo stanchi dei “viaggi della speranza” al nord.
Commissario Cotticelli mi rivolgo anche a Lei per avere una risposta.
Lei sa benissimo che l’emigrazione sanitaria per la Calabria è un ulteriore aggravio alla spesa sanitaria, come dire: “un gatto che si morde la coda?”
Dobbiamo aspettare cosa dopo 10 anni? Di morire senza possibilità di curarci? Perché questo sta succedendo. Lei si basa su dei numeri, ma ha mai pensato di parlare con i diretti interessati? Noi i malati siamo i diretti interessati.
E non possiamo dare la colpa sempre ai medici, in quanto hanno delle direttive imposte dal sistema. Non pensa che sia ora di rivedere questo sistema organizzativo? Perché di questo si tratta anche di una cattiva organizzazione.
E’ ora di dire basta a tutto questo!
Non mi nascondo con denunce anonime ma ci metto “la faccia” e le poche energie che la malattia mi lascia.
Ammalarsi non è una scelta ma possiamo scegliere come viverla la malattia.
Personalmente avrei voluto lottare solo con la malattia e mi ritrovo a lottare con un sistema che non mi lascia possibilità di curarmi nella mia Regione e mi costringe anche per le cose meno importanti ad andare al nord.
Cosa che non tutti possono permettersi, e dirò di più la gente rinuncia a curarsi in Calabria.
Perché non ha la possibilità di farsi una visita a pagamento, perché anche questo succede, se vado a prenotare una visita ci vogliono dai 6/8 mesi, se invece ho la possibilità di farla a pagamento (stessa struttura, stesso medico) magicamente massimo un giorno e il posto si trova.
Tutto questo è vergognoso!
In Calabria si muore più facilmente, e questi sono dati reperibili non parole buttate a caso.
Penso di esprimere una rabbia, senso di impotenza, di sopruso sui deboli non solo mio, ma di tutti i malati calabresi.
Diciamo basta a tutto questo!
I malati calabresi sono malati INVISIBILI ma non IMMAGINARI!
Anche noi esistiamo.
E’ ora veramente di svegliarci e rivendicare i nostri diritti.
Questa non è e non vuole essere una propaganda politica, ma solo un grido disperato del diritto alla cura e alla vita”.
Luana Maurotti
Presidente Associazione CAL.M.A.
(Calabria Malati Autoimmuni)