La narrativa resiliente di Carmine Abate al civico Trame di Lamezia
3 min di letturaPresentato al Civico Trame di Lamezia Terme l’ultimo romanzo di Carmine Abate, L’albero della fortuna
L’evento si è svolto alla presenza di una sala gremita e affezionata ad uno scrittore ormai amico del Festival Trame (ospite infatti in più edizioni) e, certamente, della Calabria tutta.
Accompagnato dalla relatrice Laura Fazzari, Abate ha condotto il pubblico alla scoperta del suo nuovo libro, in una vera e propria immersione nelle tradizioni e nella genuinità della nostra terra, partendo dai suoi successi passati e dalla proposta della casa editrice Aboca di aderire alla collana “Il bosco degli scrittori”.
L’idea era quella di raccontare il mondo attraverso un albero. Il fico- spiega l’autore- è simbolo della natura che resiste al grado di insensatezza dell’uomo e ai suoi tentativi di distruzione.
Cresce e ricresce sempre rigoglioso, aprendo “come braccia generose i suoi rami carichi di frutti, dandoli a chiunque gli passi davanti”: emblema di immortalità e abbondanza fin dall’antichità, metafora della vita e della forza che viene dalla terra.
La storia è quella degli “occhi così profondi che si mangiano il mondo” del piccolo Carminù, dei colori e dei profumi di casa sua, a Spillaci, del sapore dei bottafichi di cui è ghiotto.
In un’epoca in cui molti erano costretti ad emigrare, portando nel cuore il legame malinconico con quanto avessero lasciato: quella Calabria dal sapore agrodolce, tra la pasta al forno e le polpette, gli amici, i capelli biondi di Rosalba e le corse per le campagne a rubare la frutta generosamente offerta da una natura ancora incontaminata.
Sarà il vecchio nuni Argentì a spiegare a Carminù che quel fico caro a tutti, grazie al quale non sono morte intere generazioni di “faticatori”, è l’albero della fortuna.
Un romanzo dal sapore antico, fatto di ricordi felici, forse autobiografici. Che non guarda però al passato come vuol far credere.
Quei valori, quel modo di osservare e ascoltare sono da tenere accanto anche nel presente.
È questo l’augurio che Carmine Abate rivolge a tutti, soprattutto ai più piccoli, con la preghiera che il suo romanzo venga letto nelle scuole, da nord a sud.
La vera resilienza al giorno d’oggi infatti passa dai libri, anticorpi contro ogni forma di degrado ambientale o sociale. E le biblioteche si fanno piazze.
Il Civico Trame, sede dell’evento (promosso da ALA-Associazione Antiracket Lamezia, Fondazione Trame e Libreria Tavella) e della biblioteca “Giancarlo Siani”, continua a portare avanti il progetto di inclusione, condivisione e partecipazione democratica, affermandosi come avamposto per la coesione sociale- ha spiegato Cristina Porcelli in apertura.
Ad oggi, è in cantiere il potenziamento della struttura, come punto di biblioteca diffusa del Sistema Bibliotecario Lametino specializzato sulla legalità. Uno spazio che, a partire dalla periferia, coinvolga il centro cittadino, le associazioni e i singoli, attivando nuovi servizi per incrementare l’accesso alla cultura, contrastare la povertà educativa e costruire una comunità sana e consapevole, immune dai fenomeni mafiosi.