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Turino (UGL-TA): l’Alitalia può tornare competitiva

4 min di lettura

L’Alitalia continua a scivolare verso quel baratro che, da tempo, i veri interessati alla salvaguardia del prodotto nazionale, cercano di fargli evitare nel tentativo di tirarla fuori dalla palude in cui è oggi impelagata, pronta ad essere sommersa dal fango e dal vuoto

Comunicato Stampa

In una analisi scevra dal campanilismo, è primario rivedere un certo percorso societario e una serie di azioni che, l’ente a “gettato al vento” per motivazioni strane senza alcuna valutazione del proprio futuro e del domani del trasporto aereo che rappresentava da tempo immemorabile.

In Calabria, alcuni collegamenti (vedere il Bologna diretto andata e ritorno) svaniti in una rinuncia strana e sospetta, il Malpensa fortemente voluto dal carro politico di allora, si è trasformato in un nulla di fatto, dequalificato dagli stessi milanesi.

Ma il declino economico deriva, in parte, anche dai tagli imposti ai suoi ex- dipendenti, in pensione, a cui con una decisione arbitraria applicata senza spiegazioni, sono state tolte le concessioni all’uso di alcuni biglietti a pagamento del 50% (titoli di viaggio denominati supplementary economy-gestiti dal sito myIDTravel di proprietà della Lufthansa!!!) una liquidità costante che entrava, nelle casse aziendali che entrava annualmente di circa 70 milioni di euro.

La compagnia nel penalizzare i pensionati dall’utilizzo dei biglietti supplementary economy (annullando l’accordo quadro Ledda, siglato nel settembre2008, in cui le eventuali modifiche al protocollo potevano essere adottate se migliorative) ha, dal Novembre 2009 perso solo soldi,sempre nel 2009,l’azienda ha fatto l’errore di togliere ai pensionati che ne avevano diritto, perché in linea coi regolamenti IATA anche i biglietti Z.E.D (tkt al 50% da utilizzare su compagnie consorelle, in cui quasi tutto l’importo finiva alla società come entrata).

La cosa non ha certo giovato alle casse di Alitalia,che dimostra, pur essendo in crisi, di non avere bisogno di quei soldi. La negazione di questa tipologia, tra l’altro, sta mettendo l’azienda di fronte a ricorsi legali all’estero, dove è costretta a pagare avvocati, spese legali e indennizzi. Nello specifico, in Francia, sull’argomento, ha perso la causa.Il gruppo dei pensionati Alitalia francesi ha ottenuto un pieno riconoscimento presso il tribunale di Roma, dove il dispositivo del giudice non si riferisce particolarmente alle regole IATA ma all’accordo sindacale firmato al Ministero nel 2008 garante il Governo. In tale documento al punto 5 l’azienda si impegnava a garantire la biglietteria staff a tutto il personale ex Alitalia senza distinzioni.

A seguito dell’accordo veniva effettuata una cessione di ramo d’azienda da AZ/LAI ad AZ/CAI e per la legge italiana in questi casi i dipendenti mantengono gli accordi sottoscritti (sentenza n 4518/2018 pubblicata il 15/0272019 rg N°252172015 Tribunale di Roma).

Gli errori di valutazione sono una delle tante cadute di stile e di economia della compagnia di bandiera, che hanno comportato una serie di pesanti costi che sarebbero stati facilmente annullabili con l’apporto del buon senso, ne consegue che il risanamento e la rinascita della società deve obbligatoriamente passare attraverso l’analisi dettagliata del passato, ristrutturando collegamenti convenienti, prezzi dei biglietti accessibili a tutti, rivalutazione del personale esistente, oggi un po’ troppo dimenticato e abbandonato a se stesso e l’apporto corposo, in termini finanziari, di chi ha fatto parte della società. Diamo fiato al dato espresso da più parti; la compagnia va nazionalizzata con la partecipazione diretta dei dipendenti, serve un manager, libero dalle gabelle politiche, che in tutti questi anni hanno fatto solo guasti, pagati pesantemente dal contribuente.

Per altri casi che stanno spuntando come funghi, si corre ai ripari improvvisi (Banca di Bari, ILVA di Taranto), ma nessuno cerca di costruire un senso d’esistenza e di continuità alla Compagnia Aerea e ai suoi dipendenti, è stata ed è un bene nazionale e non uno scarto bruciato da alcuni arruffoni e profittatori.

Il governo tace o se parla si perde in ghirigori senza finalità, da cui emerge che, lo stato,non ha alcuna idea di come procedere saltellando nel buio più completo , in una vergognosa incompetenza. E’ chiaro che se si vuole riemergere bisogna creare il presupposto per farlo, riprendendo intanto tutto ciò a cui ha rinunciato in questi anni, rotte, scali, concessioni, impegni gestionali in proprio e non affidati a marche e sottomarche straniere in uno spreco economico non indifferente,solo così si può tornare grandi, ma per farlo, comunque, serve umiltà e consapevolezza di quello che si vuole e dove si vuole ritornare ad arrivare proseguendo a superare ogni tipo di barriere.

Volere è potere! E l’alitalia puo’ tornare competitiva

Gianfranco Turino
UGL Trasporto Aereo Calabria

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