Leggere per dormire bene: un bel Presepe librario
3 min di letturaBeh, è solo un modo sacrosanto di promuovere la lettura «nel Nome della madre», parafrasando il noto romanzo di Erri De Luca. Intanto, partiamo dalla natività più inflazionata del web: «unica nel suo genere, graziosamente intitolata “facciamo riposare Mamma” che, dalle fonti, si è dimostrata un successo virale a tutto tondo». Si vede Maria che dorme mentre Giuseppe, poco più in là, tiene in braccio un Gesù Bambino che sembra stiracchiare le braccia, forse nel sonno.
Mi piace accostare questo riposo salutare alla Madonna leggente: per la serie Maria che sonnecchia e Giuseppe che ninna da una parte e Maria che studia, Giuseppe che culla dall’altra. Senza voler glissare sull’immagine di tenerezza della cura maschile, che si commenta da sé col solo sguardo di bellezza, mi spingo a dire dell’ultimo tema che è declinato in non poche espressioni artistiche: una di queste, ad esempio, interpreta la Madre di Dio come figura sola, assorta in una lettura endofasica, come nella celebre raffigurazione dell’Attesa dell’Annunciazione di Antonello da Messina (ca. 1475), mentre altrove, invece, nostra Signora è intenta nella lettura esofasica rivolta al bambinello.
Che significa tutto ciò, concettualmente parlando? Dal punto di vista teologico Maria legge, nel senso pieno del termine, questa è l’essenza del discorso: ella ascolta, medita, memorizza, scruta, comprende, prega, acconsente, contempla, preparandosi ad accogliere ogni messaggio che le viene dalla Parola che legge e nel tempo che legge (da “La contemplazione di Cristo nel Monachesimo medievale”di Jean Leclercq O.S.B. – Ed. San Paolo). Una precisazione: San Bernardo diceva un giorno: «Il Cuore di Cristo è il Cuore del Padre»; era nel cuore di suo Figlio che Maria leggeva e, a nostra volta, noi troveremo nel suo cuore più di quanto siamo capaci di leggere. Cosa insegna Maria oggigiorno, allora?
Riposare e dormirci sopra non sono la stessa cosa: saper leggere il mondo è un dovere dell’uomo per l’uomo. Per questo tutta la nostra storia abita tuttora nel bel Presepe dicembrino: basta saper vedere oltre il cieco guardare, con il libro della Vita in mano, come fa Maria. Solo così il nostro Riposo trova una nobile collocazione: posare lo sguardo sulle parole per trapiantarle in un mondo migliore possibile, nel Logos dell’Incarnato, fa dormire, infatti, su sette cuscini, senza ombra di dubbio.
Prof. Francesco Polopoli