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La Befana vien di notte…

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befana

L’Epifania è la festa cristiana che celebra la rivelazione di Dio agli uomini nel suo Figlio, il Cristo ai Magi: per non pochi bimbi è anche l’attesa di una nonnina…

A ripetere la nota filastrocca “la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana, viva viva la Befana!”, la Befana sembrerebbe indossare un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. A dire il vero, io l’ho sempre immaginata come la signora Minù, un cartone storico di qualche decennio fa, anche se è altra cosa, lo so, ma per quanto mi concerne, non fa niente! Ma chi è questo buffo personaggio del business della giocattoleria o della cenere e del carbone?  E qui la storia si intreccia con la leggenda…

Dicono che in una freddissima notte d’inverno Baldassare, Gasparre e Melchiorre, nel lungo viaggio per arrivare a Betlemme, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad un’anziana signora che indicò loro il cammino. I Re Magi, allora, non esitarono a chiederle di unirsi a loro, trovando netto rifiuto da parte sua. Dopo essersi allontanati, questa fu morsa dal pentimento per non averli seguiti: allora preparò un bel sacco pieno di dolci e si mise a cercarli, inutilmente, però! La vecchietta, quindi, iniziò a bussare ad ogni porta, regalando ad ogni bambino che incontrava dei dolcetti, nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesù Bambino.

Un altro racconto, invece, lo spulcio da un testo di mia sorella (Lo spino fiorito – Ariston – E. De Renzi), noto alle nostre orecchie, sin da piccoli, stretti al focolare domestico della curiosità bibliofila, e lo riporto per intero, con scrupolo di attenat trascrizione:

«Quando Erode ordinò la strage degli Innocenti, un angelo apparve in sogno a Giuseppe:

* Svegliati e fuggi in Egitto coi tuoi cari.

Giuseppe obbedì, e si mise in viaggio conducendo un asinello che portava Maria e il piccolo Gesù.

Intanto in città i soldati di Erode uccidevano tutti i bimbi sotto i tre anni.

Una donna di nome Rachele, stringendo tra le braccia il figlioletto, fuggiva sperando di salvarlo. Ma un soldato la raggiunse e uccise il piccino. Rachele divenne pazza e riprese la fuga, stringendo tra le mani un giocattolo della sua creatura.

Ad un tratto vide la famiglia di Gesù che andava verso la salvezza. Fu presa da invidia: nessuna madre doveva salvare il proprio figlio dopo che il suo piccino era stato ucciso!

Tornò in città e informò Erode: guidati da lei venti cavalieri si buttarono all’inseguimento dei fuggitivi; ma la sabbia del deserto e l’ombra della notte coprirono ogni cosa e i cavalieri si dispersero.

All’alba Rachele si svegliò: il suo capo poggiava sulle ginocchia della Madonna e Gesù le carezzava teneramente i capelli.

-Rasserenati, – una voce le diceva – sei perdonata, perché più grave della tua colpa è il tuo dolore.

Gli occhi della misera si riempirono di lacrime; prese il bimbo tra le braccia e gli offrì il giocattolo che era stato del suo morticino. Un angelo le apparve:

– Va’, – le disse -va’ per anni e secoli errabonda. Ogni anno, in questo giorno, tutti i bambini abbiano da te un dono: tutti ti ameranno e in ognuno di essi ritroverai tuo figlio».

Prof. Francesco Polopoli

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