Cosenza. Accusatrice Prefetto: “capito che toccava a me”
2 min di letturaImprenditrice: ho pensato che si trattava di una persona non dello Stato
CATANZARO. “Non avrei potuto fare diversamente. Da tempo sono impegnata nel sociale e spesso mi è capitato di pronunciare frasi del tipo: ‘in questa terra dobbiamo scegliere da che parte stare da subito!’.
Ecco, questa volta, ho capito che toccava a me”.
E’ quanto afferma Cinzia Falcone, l’imprenditrice dalla cui denuncia è scaturito l’arresto del prefetto di Cosenza Paola Galeone posta ai domiciliari per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.
“Passare dalle parole ai fatti – aggiunge Falcone – non è semplice soprattutto quando ci si trova davanti ad un prefetto della Repubblica. Il giorno prima, però, avevo ascoltato l’intervista al procuratore Gratteri in cui invitava i calabresi a ribellarsi e questo ha determinato in me ulteriormente la volontà di dissentire e dire no a una ingiusta richiesta”.
“Sono consapevole – ha detto ancora Falcone – che esistono poteri forti ma sono consapevole anche che esiste uno Stato forte. Io ho scelto di stare dalla parte dello Stato”.