Coronavirus. Brusaferro (IIS): la verità sui rischi (Video)
3 min di letturaIl presidente dell’IIS (Istituto Superiore della Sanità) Silvio Brusaferro spiega in dettaglio cos’è il coronavirus e quali rischi si possono correre
Quali sono le ultime novità sul coronavirus 2019-nCoV?
La situazione è in continua evoluzione, sia per il continuo emergere di nuovi casi, una circostanza l prevista dagli esperti, sia per il lavoro di ricerca che si sta conducendo sulle caratteristiche del virus.
Con il passare delle ore le conoscenze vengono aggiornate, questo arricchisce le indicazioni per il controllo del virus ma facilita anche la diffusione di notizie non sempre fondate.
Le autorità sanitarie cinesi ed internazionali, fra cui quelle italiane, sono pienamente allertate e stanno lavorando in stretta collaborazione per cercare di controllare l’epidemia.
L’ECDC considera ancora ‘moderato’ il rischio di casi importati in Europa, nonostante siano stati identificati tre casi in Francia, in persone che provenivano dalla zona dove si è sviluppata l’epidemia.
Tra le ipotesi prese in considerazione c’è anche la possibilità di cosiddetti casi secondari, ovvero causati dal contatto con una persona infetta. In Europa questo non è ancora avvenuto, anche se l’eventualità non si può escludere.
È raccomandabile quindi affidarsi solo a fonti ufficiali.
Quali sono le persone a rischio?
Oggi persone a rischio sono considerate quelle che negli ultimi quindici giorni si sono recate nelle zone coinvolte e che manifestano una sintomatologia simile alle infezioni delle alte vie respiratorie, quali febbre, tosse dolore muscolare, affaticamento e difficoltà respiratoria o che siano state in contatto con persone colpite dal corona virus 2019-nCoV.
Un ulteriore motivo di preoccupazione è la possibilità, anche questa non insolita per le malattie infettive, che persone asintomatiche possano trasmettere il virus.
Quali comportamenti bisogna adottare per prevenire il rischio di contagio?
In questa fase dell’anno ci troviamo nel picco della diffusione dell’infezione influenzale. I comportamenti da adottare sono gli stessi che prevengono comunemente anche l’influenza. La prevenzione ha regole universali come lavarsi le mani frequentemente, starnutire e tossire coprendo le vie aeree (narici e bocca, con un fazzoletto possibilmente monouso o con il gomito flesso), evitare contatti ravvicinati con persone malate, e una attenta pulizia delle superfici e degli oggetti.
Cosa sta facendo il nostro Paese?
Il Servizio Sanitario Nazionale è pronto per affrontare questo tipo di emergenza, e l’Italia è stato il primo paese europeo a istituire i controlli negli aeroporti, a testimonianza del fatto che il nostro paese sta tenendo il livello tra i più alti di attenzione, con una stretta collaborazione con le Regioni che hanno piani operativi in atto per gestire eventuali casi. I siti del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità (metti i siti) hanno creato appositi spazi che vengono continuamente aggiornati con le informazioni sull’infezione. In caso di sintomi al rientro di un viaggio nelle zone colpite il ministero della Salute ha messo a disposizione un numero verde, 1500, con esperti che possono aiutare in caso di dubbi.
Si può andare a mangiare in un ristorante cinese in Italia?
Le conoscenze di cui disponiamo al momento ci dicono che la trasmissione di questo virus non avviene per via alimentare. Inoltre in Europa è vietata l’importazione di animali vivi o di carne cruda dalla Cina.
Ci sono rischi nelle nostre scuole?
Le persone a rischio sono solo quelle che si sono recate nelle zone coinvolte dall’epidemia negli ultimi quindici giorni o che sono state in contatto con persone che hanno contratto l’infezione. Quindi tutte le persone che non rientrano in questa categoria compresi i componenti della comunità cinese, o di origine cinese, che frequentano le nostre scuole, non presentano rischi particolari.
I prodotti made in China in vendita possono trasmettere il virus?
Gli oggetti prodotti in Cina non hanno un rischio diverso rispetto a qualsiasi altro oggetto.
fonte: epicentro.iis.it