Fittante: unione comuni comprensorio lametino, adesso è possibile
3 min di letturaPrendo atto con soddisfazione del fatto che si va diffondendo la consapevolezza nei Comuni del comprensorio lametino, che bisogna costituire una aggregazione per opere assieme rispetto alle problematiche dei servizi e dello sviluppo
Comunicato Stampa
Nel 2oo7 il Centro Riforme – Democrazia – Diritti che presiedo, organizzò un incontro invitando i Sindaci del comprensorio per sottoporre la proposta di istituire l’Unione dei Comuni come prevista dalla legge 142 del 1990. Pochissimi i presenti e i partecipanti in parte favorevoli il resto molto scettici.
Non se ne fece nulla. Oggi che si è diffusa ampiamente la convinzione che è opportuno e utile aggregarsi, senza mettere in discussione o cancellare l’identità e l’autonomia dei singoli Comuni, non c’è che operare a livello istituzionale con gli strumenti legislativi vigenti (articolo 32 del Testo Unico Enti Locali – D.L.Legs. 267 / 2000).
Si può avviare da subito il processo di formazione dell’Unione – una entità istituzionale superiore, con competenze ben individuate dalle norme citate e soggetto di delega di funzioni statali e regionali – da esercitare nell’interesse dei territorio e delle popolazioni con l’utilizzazione di finanziamenti dello Stato e della Regione riservate a questo tipo di operazioni.
Per questa iniziativa un grande ruolo è chiamato a svolgerlo il Comune ed il Sindaco di Lamezia.
Leggo di proposte per l’istituzione della “grande Lamezia”, cioè una sorta di unificazione in un Comune unico – cioè Lamezia – dei Comuni del Circondario. Ma davvero è realistico pensare che i singoli Comuni cancellino la loro identità e rinuncino alla loro autonomia per unificare con Lamezia i territori e le popolazioni?
La stessa cosa dicasi per l’altra proposta avanzata nelle settimane passate: Lamezia Città Metropolitana.
Le Città Metropolitane sono state istituite a norma dell’articolo 22 del testo unico citato.
Con questo articolo il legislatore nazione ha prima individuato delle “Aree Metropolitane” . Tale norma così recita. “ Sono da considerar aree metropolitane le zone comprendenti i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari Napoli e gli altri comuni i cui insediamenti abbiano con essi rapporti di stretta integrazione territoriale e in ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, nonché alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali” . Successivamente, con l’articolo 42 della legge 5/2009, è stato confermato l’elenco delle aree metropolitane sopra elencate aggiungendoci Reggio Calabria. Tutte queste Città Metropolitane sono state istituite sciogliendo le Province e delimitando i territori aggregando i Comuni contermini alle Città sopra elencate. La Città Metropolitana di Reggio comprende tutta la Provincia e con a capo il Sindaco della città capoluogo.
Allora, quando si proponi la citta metropolita di Lamezia, a quale soluzione si pensa? In base alle norme vigenti ci sono dei passaggi legislativi da compiere – deve decidere il Parlamento – e la soluzione non può che essere una: l’istituzione della Citta metropolitana con al centro Catanzaro, l’aggregazione dell’intera Provincia con a capo il Sindaco della Città capoluogo.
Si può discutere in astratto. Ma se Lamezia non vuole perdere altri decenni inseguendo obiettivi irrealistici (la Provincia, proprio mentre si cancellavano di fatto, ora la Città Metropolitana e astrattezze simili) bisogna operare sull’esistente e azionando le leggi vigenti.
Ai Comitati, più o meno festaioli, mi permetto di suggerire di svolgere una importante funzione: esser di stimolo per progetti di servizi al territorio (quelli a rete dal gas all’energia elettrico, ai Rsu, quelli per le persone e per una sanità efficiente, per i servizi scolastici, per la promozione culturale e la valorizzazione dei beni culturali con la realizzazione di “itinerari turistici” culturali e naturalistici, ecc.) e per programmi di sviluppo economico occupazionale
Noi del Centro continueremo a fare la nostra parte come abbiamo sempre fatto.
on. Costantino Fittante