Lamezia. Panedigrano su Speranza e il Centro di ricerca neurogenetica
3 min di letturaIl Ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo i riconoscimenti di rito al Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, d’intesa con il Commissario ad acta, Cotticelli, e col Commissario straordinario di Catanzaro, Zuccatelli, lo ha “immediatamente collegato alla Azienda Ospedaliera-Universitaria Mater Domini di Catanzaro, che ne assumerà temporaneamente e funzionalmente la gestione, nelle more del perfezionamento dell’accordo con l’INRCA-IRCCS di Ancona/Cosenza”
Comunicato Stampa
Il Ministro Speranza ha messo in piedi questa operazione al fine espresso “di superare lo stallo causato dalla difficoltà di finanziare annualmente le attività del Centro con il Fondo Sanitario della Calabria, Regione ancora in Piano di rientro”.
Sembrerebbe, di primo acchito, una notizia risolutiva (una aggregazione temporanea a Catanzaro, in attesa dell’aggregazione definitiva a Cosenza), che però ci suscita qualche perplessità e ci pone qualche interrogativo.
Come ben sappiamo, spesso in Italia non c’è nulla di più definitivo di un provvedimento temporaneo (basta pensare che ancora paghiamo sulla benzina una accise imposta provvisoriamente per la guerra di Abissinia) e, comunque, per il momento la gestione del Centro lametino passa “funzionalmente”, guarda caso, nelle mani dell’ospedale universitario di Catanzaro, che sta per fondersi con l’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.
Questo, peraltro, ci fa sorgere la curiosità spontanea di capire perché, nel mentre a Catanzaro si sono opposti strenuamente contro la parte della legge regionale sulla integrazione dei due ospedali che prevedeva anche l’integrazione del nostro nosocomio con una sua propria funzione specifica, sostenendo che non si potevano aggregare ospedali hub, come i due di Catanzaro, con un ospedale spoke come quello di Lamezia, ora a risucchiarsi un servizio dello spoke lametino nessuno ha nulla in contrario.
Tanto più che non è la prima volta che avviene un giochetto simile. Qualche anno fa raccattarono in via temporanea il reparto di Audiologia nato a Lamezia (portandosi dietro insieme al c. d. primario anche gli arredi ed i suppellettili), se lo gestirono per un po’ nel Pugliese-Ciaccio con spese ed oneri a carico però dell’ASP e poi se lo trasferirono definitivamente a Catanzaro.
L’idea che matura è che l’intero ospedale no, perché bisogna a quel punto assegnargli un ruolo, singoli reparti e servizi sì, perché così va poco a poco in porto l’operazione non tanto nascosta di farlo restare un guscio vuoto, che nel frattempo è perfino servito a prestare a Pugliese-Ciaccio medici di un Pronto Soccorso come il nostro, che di medici non ne ha abbastanza nemmeno per sé stesso.
Infine, ma non per ultimo, ci piacerebbe capire perché, se per il Ministro non è possibile finanziare il Centro di ricerca neurogenetica con il Fondo Sanitario della Calabria, in quanto la Regione è ancora in Piano di rientro, possa invece finanziarlo l’ospedale universitario Mater Domini, visto che esso è a sua volta finanziato con il Fondo sanitario della Calabria. Salvo che, ma sarebbe come credere a Babbo Natale, non si voglia far intendere che lo farà con fondi dello stesso Mater Domini destinati alla ricerca.
Nicolino Panedigrano