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Trebisacce. Lettera di Mundo alla Santelli sulla riforma del Welfare

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Il Sindaco di Trebisacce, Avv. Franco Mundo

Il Sindaco di Trebisacce, Avv. Franco Mundo, nel proprio ruolo di Presidente della Consulta delle Autonomie Locali, ha indirizzato una missiva alla Presidente delle Regione Calabria, Jole Santelli, ai colleghi sindaci dei comuni capi ambito e al presidente vicario dell’ANCI, al fine di chiedere un incontro urgente con la Presidente Santelli nel quale discutere l’attuazione della riforma del Welfare

Comunicato Stampa

Nella lettera inviata alla Governatrice della regione si legge:

Al fine di evitare equivoci, si ritiene opportuno ribadire innanzitutto il proficuo e costruttivo lavoro avviato dalle consulte delle autonomie locali e terzo settore, in collaborazione e coordinamento con l’ex Assessore alle Politiche Sociali Angela Robbe.

In tale contesto e non certo per spirito polemico, si ritiene opportuno precisare che i comuni, proprio in virtù degli accordi e atti di indirizzo adottati, non corrono alcun rischio finanziario per i Servizi Sociali. Ciò premesso, la Legge 328/2000 è una legge dello Stato e va applicata, la sua mancata applicazione non solo ci mette a rischio in quanto inadempienti, ma mette a rischio il sistema sociale regionale.

Dalla mancata applicazione della legge derivano una serie di distorsioni che portano la Calabria a spendere meno di quanto le venga assegnato dai fondi nazionali, in tempi più lunghi e con ripercussioni sulla qualità della vita dei calabresi.

Considerato che le risorse del sociale vanno a contrarsi e che le regioni virtuose nella spesa reclamano ulteriori risorse, va da sé che si andranno a valutare i livelli di spesa di tutte le regioni e, a fronte di risorse inutilizzate, rischiamo che vengano richiamate e destinate ad altre regioni.

Tra le cause della mancata capacità di spesa ci sono le inadeguatezze strutturali degli ambiti, che non hanno Uffici di Piano adeguatamente costituiti e le difficoltà della Regione a programmare dovendo gestire le attività con funzione suppletiva dei Comuni.

La ripartizione dei compiti consente a ciascun soggetto istituzionale di lavorare meglio, e questo è certamente a vantaggio dei cittadini.

Per questo motivo, come sindaci capi ambito e terzo settore in accordo con tutti i colleghi si è deciso di accettare responsabilmente di dotare il sociale di una organizzazione conforme al modello nazionale portando la gestione delle attività agli Ambiti e lasciando in capo alla Regione le funzioni di indirizzo e controllo delle attività. Contestualmente si è chiesto di adottare provvedimenti che tenessero conto anche delle difficoltà che vivono i comuni calabresi, soprattutto finanziarie e carenza di personale qualificato.

La consulta degli Enti Locali, consapevole delle difficoltà dei comuni e della necessità di avviare il percorso di attuazione della 328/2000, ha discusso ampiamente delle questioni connesse all’applicazione del Regolamento del welfare nelle riunioni propedeutiche alla sua approvazione.

Nei verbali degli incontri si possono leggere le perplessità espresse sulla capacità di garantire la compartecipazione finanziaria alle spese per il sociale dei comuni, sulle dotazioni organiche degli Uffici di Piano degli ambiti e sulle competenze necessarie per svolgere adeguatamente la gestione, per ogni criticità sono state individuate risoluzioni concordate, in accordo con il terzo settore e la Regione.

La Consulta con l’allora Assessore e con il dipartimento ha individuato e adottato alcuni provvedimenti e risoluzioni per ovviare ai problemi che si prospettavano.

Per quanto riguarda la compartecipazione, prevista dalla legge quindi da garantire, si è deciso di considerare come compartecipazione dei comuni il costo che questi sostengono e sosterranno per il personale dedicato ai servizi sociali poiché molti Ambiti stanno definendo ora gli uffici di piano e gli organici.

Questa risoluzione consente di superare il problema finanziario della compartecipazione e di dotare gli Uffici di Piano di risorse umane necessarie per rispondere ai nuovi compiti.

Per quanto riguarda i trasferimenti di deleghe ai comuni, per come discusso con la Regione si è previsto un accompagnamento da parte del Dipartimento regionale e, a tal proposito si erano definite ipotesi di finanziamento delle attività di formazione e accompagnamento.

Si era concordato inoltre di rivedere annualmente queste risoluzioni nella Consulta degli enti locali a cui spetta il compito di formulare proposte aggiornate all’evolversi delle situazioni e delle esigenze.

Le valutazioni della consulta saranno quindi ridefinite proprio dalla consulta stessa degli enti locali, riunita in conferenza permanente con gli altri soggetti coinvolti.

Il percorso di attuazione della riforma del welfare è solo avviato e va costruito, perciò è previsto che possa essere rimodulato periodicamente, in modo da garantire che eventuali problemi possano trovare soluzione sul nascere ed essere affrontati collegialmente e tenendo presente le esigenze di tutti i soggetti coinvolti.

Non serve bloccare la riforma ma avviarla e procedere collegialmente a modificare le criticità che si dovessero rilevare, e che del resto si possono rilevare solo sul campo.

È su questo versante che la Consulta degli Enti Locali si muoverà e chiede sin da ora un incontro alla Presidente Santelli perché i percorsi trovino le giuste modalità di attuazione senza penalizzare i cittadini e incorrere in battute d’arresto improvvide. All’ANCI, prima di avviare processi o valutazioni inopportune, si chiede di coinvolgere i sindaci e gli organismi preposti, considerato che gli stessi fanno parte della stessa.

Al Presidente Santelli si chiede quindi di formare a breve un incontro proprio per continuare il percorso senza strumentalizzazioni politiche di sorta”.

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