Piccioni: su mascherine Santelli segua esempio della Puglia
3 min di letturaNella giornata di ieri sono arrivate in Puglia dalla Cina oltre 50 tonnellate di dispositivi di protezione per i medici, il personale sanitario e i cittadini pugliesi
Comunicato Stampa
Tute di protezione, occhiali protettivi, mascherine DPI, pompe per infusione, pompe per iniezione, attrezzature per barelle per biocontenimento, sterilizzatrici.
Un vero e proprio “arsenale” per combattere la battaglia contro il coronavirus acquistato dalla Protezione Civile della Puglia con fondi del bilancio regionale, grazie ai rapporti tra l’amministrazione guidata dal presidente Emiliano e la provincia cinese di Guangdong. E ancora altri carichi arriveranno nei prossimi giorni.
Stiamo parlando di una Regione del Sud, dove l’epidemia fino ad oggi ha registrato un numero minore di casi rispetto alle regioni “focolaio”, che tuttavia non è rimasta con le mani in mano e si è attrezzata per le settimane che verranno. Rivolgo un accorato appello alla presidente Santelli: anche noi calabresi non possiamo continuare a restare con le mani in mano.
La presidente Santelli e la giunta regionale attivino tutte le interlocuzioni possibili, anche attraverso i parlamentari calabresi e le ambasciate italiane, per acquistare direttamente se necessario presso altri Stati i materiali di protezione di cui i medici e i cittadini calabresi hanno bisogno.
Non possiamo lasciare, come purtroppo accaduto in queste settimane, che gli eventi ci travolgano né attendere che siano sempre gli altri a fare il primo passo. Sicuramente ci sono stati ritardi da parte del governo centrale nella fornitura delle attrezzature per l’emergenza alle Regioni del Sud, come del resto denunciato anche da altri governatori delle regioni meridionali. Ma questi problemi non si risolvono lamentandosi in televisione.
Questo è il momento in cui chi è alla guida della Regione deve fare un passo avanti, deve passare ai fatti e adottare tutte le strategie per tutelare la salute dei cittadini calabresi.
Non possiamo arrivare all’ultimo momento, non possiamo affidarci all’iniziativa dei singoli che si stanno attrezzando come possono per realizzare mascherine e tute protettive: è mai possibile che medici di famiglia siano lasciati a “mani nude” a combattere in tanti piccoli comuni calabresi oppure che i medici e gli infermieri debbano rischiare la vita negli ospedali curando gli altri?
La Regione deve fare l’impossibile per consentire al personale ospedaliero di curare gli altri nella massima sicurezza. Dobbiamo aver ben presente che la prossima fase, qualora dovesse confermarsi nelle prossime settimane il calo di contagi, vedrà inevitabilmente per tutti i cittadini la necessità di indossare le mascherine nella vita sociale di ogni giorno.
Non dobbiamo nasconderci dietro un dito: oggi la Calabria non ha questa disponibilità di mascherine adeguate per la protezione quotidiana dei cittadini. Non è più ammissibile fare passi falsi né ritardi.
Non c’è più tempo per aspettare. Non c’è più tempo per scaricare responsabilità sugli altri né per le parate.
L’amministrazione regionale guardando all’esempio pugliese si attivi per attrezzare la Calabria per le prossime fasi dell’emergenza.
Rosario Piccioni
(Lamezia bene comune)