Conte: misure di contenimento funzionano, non vanifichiamo gli sforzi
3 min di letturaProroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche
Lo dice il premier Giuseppe Conte in diretta in conferenza stampa da Palazzo Chigi annunciando il nuovo DPCM.
“L’auspicio è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela e gradualità ma ripartire: dipenderà dai nostri sforzi”. “Se cediamo adesso rischio ripartire daccapo. E’ necessario tenere alta attenzione anche a Pasqua”, spiega il premier.
“Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio. Servirà un programma articolato e organico su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo gruppo sarà presieduto dal manager Vittorio Colao e geni italiani nel mondo. Ci daranno una mano per progettare la fase 2, tenendo conto della salute ma anche del mantenimento della qualità della vita delle persone”.
“Prometto che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenza” ad aprire alcune attività produttive.
Riapriamo librerie, cartolibrerie, negozi di articoli per l’infanzia, silvicoltura, attività forestali.
Il premier ha parlato del nuovo decreto, la bozza è in fase di elaborazione in queste ore confermerebbe tutte le misure che limitano gli spostamenti e le attività produttive.
Ma ci sarebbero alcune novità: potrebbe ripartire il commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria, potrebbero riaprire le librerie e i negozi di vestiti per bambini e neonati, ovviamente solo nel caso in cui potranno garantire tutte le regole di sicurezza.
Veniamo ora all’Europa: “sono necessari 1500 miliardi di euro. Questa è la sfida più importante per l’UE e per il mondo intero e richiedono risposte adeguate.
Le proposte europee di ieri sono un primo passo. Il ministro Gualtiero ha lavorato bene, ma concorda con me nella non sufficienza di questi provvedimenti. Ci sono strumenti già significativi: BEI e SURE. Ma la nostra battaglia è per l’Eurobond, l’unico strumento adeguato alla situazione. Alcuni stati europei vogliono una nuova linea di credito, senza condizionalità. E noi, con loro, siamo determinati a raggiungere l’ottenimento di nuovi strumenti, come appunto gli Eurobonds.
Lavoreremo per farlo, ma già da ieri c’è un paragrafo chiaro, nero su bianco, per attivarci tutti nella costruzione di questo strumento. Io non firmerò nulla finché non avremo un ventaglio di strumenti adeguati ad affrontare la sfida che stiamo affrontando. Non cederò nelle trattative e sono sicuro che con la nostra tenacia convinceremo l’Europa a venirci incontro in questo momento così importante”.