De Biase: nelle mani della presidente Iole Santelli il rilancio della Calabria
4 min di letturaLa Calabria di Iole Santelli è ancora all’inizio del proprio cammino e affronta una pandemia, con una sanità fatta a pezzi
Comunicato Stampa
Il 27 aprile il Consiglio regionale si riunirà con all’ordine del giorno, tra le altre cose, bilancio e dichiarazioni programmatiche, per questo rivolgo un invito al presidente Iole Santelli, al presidente Mimmo Tallini, ai vari assessori e consiglieri, affinchè si rifletta su una serie di questioni, capaci di far risollevare la Calabria.
La nostra Regione, per riscattarla e allinearla allo sviluppo del Paese necessità impegno e amore verso i calabresi. Necessità sicuramente della sburocratizzazione, e quindi maggiore semplificazione per quanti intendano cogliere le opportunità comunitarie, con sostegni concreti alla ristrutturazione finanziaria delle imprese agricole e una grande opera di difesa dell’olio d’oliva, che rimane l’eccellenza del paniere calabrese; così come urge il riordino della sanità, (fatto salvo l’emergenza Coronavirus) con la riduzione delle liste di attesa, superando anni di commissariamento, che costa e non cura e soprattutto obbliga all’emigrazione; si assumano per il settore ambientale provvedimenti seri (mare, depurazione, rifiuti); si sostenga il dissesto economico-finanziario dei comuni, in quanto in Calabria vi è un numero incredibilmente alto di amministrazioni sciolte per infiltrazioni mafiose, che pesa; si interrompa il dato che il 54% dei giovani calabresi è disoccupato e inoltre si ostacoli l’illegalità che sopravvive nel sopruso mafioso.
Tra le altre priorità, si invertano i luoghi comuni dove da sempre in Calabria si parla di:
turismo fermo, agricoltura mummificata, linea ferroviaria vetusta; autostrada non tale; desertificazione industriale; emigrazione culturale; imprenditori lasciati soli; crollo demografico; sottosviluppo permanente; depurazione allarmante; rifiuti abbandonati ovunque; erosione della costa, dove il mare rischia di entrare nei paesi costieri; sistema depuratori inefficace che rende i nostri mari, spesso, sporchi; turismo invernale che non decolla e quello estivo dura appena una ventina di giorni.
Per questo si devono promuovere gli 800 chilometri di costa; i tre parchi nazionali, come Pollino/ Aspromonte/ Serre e rendere il turismo settore trainante; si tutelino le nostre poche aziende, favorendo la produzione ed interrompendo l’idea che la Calabria è dei consumatori di prodotti nordici e non terra di produttori; si investa nella logistica, dove a Gioia Tauro abbiamo un polo di eccellenza in grado di trasformare la Calabria in una grande piattaforma logistica fra l’Europa, l’Asia e l’Africa; si rafforzi la Zes per consentire a tante aziende calabresi o a imprenditori sani di venire in Calabria per fare del contesto attuale, un momento di ripresa economica e produttiva; si promuova la Calabria che vanta 14 borghi più belli d’Italia, ultimo il borgo di Caccuri; si evidenzi che siamo la quarta regione boschiva dopo Piemonte, Toscana, Trentino; e questo è poco conosciuto, così come poche conosciute sono le nostre bellezze dell’entroterra; quindi si la Calabria dei mari e dei monti, ma anche quella dei boschi; si programmino le risorse dei fondi strutturali e la programmazione 2021-2027, a fronte del sostanziale fallimento della programmazione 2014-2020.
E ancora. Si rimotivino i consorzi di bonifica per renderli visibilmente operativi e si correggano i tanti disastri per incuria; si programmi la mobilità sui trasporti, con interventi concreti per non avere una Calabria lontana dal resto del Paese. Quindi si intercettino investimenti comunitari e nazionali; si dica basta a una terra di approdo per migranti in arrivo dall’Africa; per non essere africani calabresi; si affronti il “regionalismo differenziato”, con una istanza rivolta al Governo, per avere un riordino del sistema autonomistico, non punitivo per la nostra terra e per l’intero sud. Si superino le due grandi emergenze: bilancio e sanità, per questo serve l’ancoraggio dei rapporti nazionali ed internazionali, per recuperare risorse da investire. Per la sanità poi, si ponga in essere un piano sempre al centro della discussione, che tenga conto della domanda: i commissari cosa hanno prodotto da oltre 10 anni? Hanno mostrato e mostrano che la cura è peggiore del male? È possibile indennizzarli da 10 anni e vedere che tagliano e chiudono ospedali e servizi?
Da qui gli altri appelli alla Santelli: osservi la partita di spesa di 60 milioni i per emigrazione sanitaria da rimborsare alle altre regioni; corregga il disavanzo che la Calabria paga dal 2011, e dovrà farlo fino al 2040, per oltre 30 milioni all’anno, sani le liste di attesa dove ci vogliono mesi e mesi per avere risposte sugli esami; apra con urgenza, la fase concorsuale per il personale medico e paramedico. Se i calabresi non si curano in Calabria, cosa incide particolarmente? Le assunzioni ferme, il “decreto Calabria” che impedisce di fatto, con l’articolo 11, l’assunzione di medici e infermieri, perché prevede che la spesa per il personale non possa superare il valore di quella sostenuta nell’anno 2018. E in Calabria, in realtà, la spesa per il personale è ferma da anni a causa del blocco delle assunzioni. Per questo è necessario fin da subito superare il “decreto Calabria”, stabilizzare i precari prima della scadenza dei contratti, in quanto questi stanno garantendo molti servizi, far scorrere le graduatorie tuttora valide; emanare nuovi bandi per l’assunzione di giovani professionalmente qualificati.
Sono convito che il presidente Iole Santelli, figura emblematica già entrata nella storia come prima donna al timone della Regione, saprà come dare speranza ai calabresi e al futuro di questa terra.
Salvatore De Biase
già Presidente Consiglio Comunale Lamezia