Pubblicato avviso per indennità di sostegno una tantum per emergenza covid-19
4 min di letturaPubblicato l’Avviso per la presentazione della manifestazione di interesse per l’erogazione di una “Indennità di Sostegno una tantum per l’emergenza Covid-19” a favore di soggetti coinvolti nei percorsi di politica attiva regionale ed appartenenti a nuclei familiari in difficoltà
Scade mercoledì 29 aprile il termine ultimo per presentare istanza secondo le modalità presenti nella Manifestazione di interesse indetta in ottemperanza al decreto dirigenziale n. 4434 del 18 aprile 2020, modificato con decreto dirigenziale n. 4488 del 20 aprile 2020, rivolto ai destinatari delle Politiche attive regionali realizzate grazie alle intese raggiunte con gli Uffici Giudiziari regionali, il Segretariato Regionale MiBACT, l’Ufficio Scolastico Regionale MIUR, nonché di tirocini di inclusione sociale per disoccupati ex percettori di mobilità in deroga di cui al D.D. n. 12824/2019, per l’erogazione di una Indennità di Sostegno una tantum per l’emergenza Covid19 a favore di soggetti coinvolti nei citati percorsi di politica attiva ed appartenenti a nuclei familiari in difficoltà.
La Regione Calabria vuole sostenere un’ampia fetta di lavoratori che non sono rientrati nelle misure di prevenzione e di tutela del così detto Decreto Salva Italia, le cui attività lavorative risultano attualmente sospese a causa dell’emergenza da Covid19, puntando ad assicurare a soggetti con elevato disagio sociale un sostegno economico in situazioni di crisi come quella in corso.
Nello specifico la copertura finanziaria prevederà l’erogazione dell’indennità una tantum di un importo pari ad euro 500, per un numero massimo di 6.630 lavoratori che rientrano nel bacino dei percettori delle politiche attive promosse dalla Regione Calabria, per una somma complessiva di 3.315.000 euro.
Il decreto dirigenziale 4488 tiene conto dei dati ISTAT, che considera la Calabria una regione in cui si registra la maggiore incidenza percentuale delle famiglie in situazione di povertà relativa, pari al 30,6% e inoltre tiene in considerazione le specificità del tessuto sociale ed economico calabrese in previsione di un ulteriore incremento delle situazioni di disagio socioeconomico legate ad un periodo di crisi economica e finanziaria che potrà protrarsi per un considerevole lasso di tempo, con retroattività che va dal primo marzo fino alla fine della dichiarata emergenza nazionale coincidente con la data del 31 di luglio corrente anno.
I destinatari di tale procedimento sono, dunque, i soggetti che abbiano terminato positivamente la prima annualità del percorso on the job o che si trovino nella condizione di tirocinio formativo e/o percorso di perfezionamento in itinere coinvolti nella misura di politiche attive avviate presso gli Uffici Giudiziari regionali, Corti di Appello, le Procure Generali della Calabria e la Magistratura Amministrativa, contabile e istituzioni assimilate, avviate altresì con il Segretariato Regionale Calabria del MiBACT (Area I,II e III), con l’Ufficio Scolastico Regionale del MIUR (Area I e II) ed infine in tirocini di inclusione sociale per disoccupati ex percettori di mobilità in deroga.
Tra i requisiti che i soggetti devono possedere alla data di presentazione dell’istanza si fa riferimento alla necessità di non avere altra fonte di reddito differente dall’indennità derivata dalla partecipazione alla misura di politica attiva oltra al non percepimento di ulteriori misure straordinarie dovute all’emergenza previste dal Governo centrale o dalla Giunta regionale, tranne che per l’erogazione di buoni spesa.
Un punto che crea confusione riguarda la necessità di spuntare tra i requisiti elencati nell’istanza, secondo il modulo allegato alla manifestazione di interesse da presentare entro il 29 aprile, di trovarsi in situazione di grave difficoltà economica e disagio sociale, tali da compromettere il sostentamento del proprio nucleo familiare, nonostante la soglia massima relativa all’indicatore ISEE 2019 o 2020 non sia superiore a 40.000 euro. Il decreto non tiene inoltre in considerazione la possibilità che più componenti di un nucleo familiare possano rientrare tra i soggetti appartenenti al bacino delle politiche attive, non specificando eventuali esclusioni a riguardo.
Si tratta sicuramente di una forma di sostegno necessaria nei confronti di una categoria totalmente dimenticata a livello nazionale, ma che, come ha già dimostrato la prima revisione e conseguente modifica del decreto dirigenziale 4434 del 18 aprile 2020, avrebbe potuto svilupparsi con maggiore precisione e con maggiore alleggerimento burocratico.
Felicia Villella