Sirianni (IV): finchè il medico studia… il paziente rischia di passare a miglior vita!
4 min di letturaEd è proprio quello che si sta verificando in Calabria in ambito sanitario.
Comunicato Stampa
Nell’aprile 2020, in piena pandemia (primo lockdown con l’esattezza), dopo vari solleciti propositivi in merito alla realizzazione di un centro Covid per anziani prima, a firma del presidente cooperativa sociale Il Lampadiere Rosario Bressi, si era sollecitata la creazione di un centro Covid regionale. Proposta condivisa anche del dott. De Sarro, direttore sanitario del Policlinico Universitario Germaneto e da 70 sindaci calabresi, firmatari.
Nasce un dibattito abbastanza accorato in merito all’ubicazione strutturale, del suddetto Centro Covid, in particolar modo nella nostra provincia catanzarese. Dove emerge da subito una sorta di campanilismo tra l’ospedale di Lamezia Terme e due strutture catanzaresi, Policlinico Universitario e l’ex Villa Bianca.
Addirittura durante una diretta Fb, si era pensato ad un progetto al quanto “ambizioso” e cioè l’onorevole di FdI, Wanda Ferro, aveva suggerito di realizzare uno “Spallanzani” catanzarese, nella vecchia struttura di Villa Bianca. Primo dilemma, Lamezia Terme o Catanzaro?
Successivamente il coordinamento sanitario di Lamezia Terme, con a capo il dott. Armando Cavaliere, visti i vari disappunti istituzionali e politici, propone un tavolo di valutazione cosicchè attraverso una commissione esterna si sarebbe potuta individuare l’idoneita’ strutturale e l’eventuale conversione nel più breve tempo possibile.
Consoni del fatto che la prima emergenza sanitaria, trovatici impreparati, si stava fronteggiando veramente a mani nude. Merito soprattutto della professionalità di tutti gli operatori sanitari, che seppur dotati di pochissimi mezzi di sicurezza, sono riusciti a contenere il contagio egregiamente. Missione esasperante, per il fatto che all’interno delle stesse strutture ospedaliere, bisognava curare sia i malati di Covid, molti di loro in terapie intensiva, e sia chi affetto da altre patologie gravi, procurando intasamenti, con il rischio che i contagi dilagassero.
Consoni altresì del fatto che non più lontano del prossimo ottobre, cioè oggi, saremmo stati interessati da una seconda ondata di contagi. Prevedibile, perchè il virus non è mai stato del tutto debellato ma costretti ad una sorta di “convivenza”, con lo stesso, per lo meno, fino a quando non sarà pronto il vaccino.
E siccome in questo periodo dell’anno le temperature tendono a calare, si sarebbe potuto riproporre, come tutti gli altri ceppi influenzali. Quello che non era stato previsto, alla luce dei fatti quotidiani è che non obbligando il tampone a chiunque entrasse ed uscisse dalla nostra regione, non espletando più nessun controllo, sui territori, i contagi sarebbero aumentati più delle stime concordate. Il motivo, sempre riconducibile alle carenze strutturali. Basti pensare che l’unico laboratorio analisi capace di processare i tamponi (servizio pubblico), rimane il laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Perchè nel frattempo, nulla è stato fatto concretamente…
Oggi 2 novembre 2020, attuale situazione.
Nessun Centro Covid, tranne una irrilevante conversione del reparto di malattie infettive del Pugliese Ciaccio di Catanzaro, che dispone di 39 postazioni letto, tutti ad oggi, occupati.
Altri reparti, sempre dello stesso plesso ospedaliero, medici e infermieri infettati. Alcuni in attesa dell’esito tampone costretti a prestare servizio ugualmente per carenza di unità lavorative.
Attenzione! Nonostante sono stati stanziati 45 milioni dal Governo Centrale, alla regione destinati solo per l’assunzione di personale, 150 milioni in tutto mai spesi. La differenza sarebbero dovuti servire per attrezzature ospedaliere.
Il f.f. presidente Spirlì (Lega), ci anticipa per mezzo stampa il 29 ottobre, ordinanza 82, dove blinda gli ospedali sospendendo i ricoveri e gli esami non urgenti. Vorrei che mi spiegasse quali siano i parametri di valutazione utilizzati da Spirlì, visto che stiamo parlando di prestazioni mediche. Diritto di ogni singolo cittadino che non puo’ essere negato. Anche soltanto per un unghia incarnita, la sanita’ pubblica deve garantire assistenza. Nessuna prestazione medica puo’ essere differita.
Oltre il danno la beffa!
Altro articolo dello stesso Spirlì, dove adduce l’inefficienza funzionale della sanita’ calabrese ai commissari. Quindi, sempre a detta dello stesso Spirlì l’inerzia e l’assoluto immobilismo regionale, a cui abbiamo assistito in questi mesi, sia nell’assumere personale e sia per l’espletamento delle messa in opera delle misure del caso, non e’ riconducibile all’attuale giunta regionale. Vorrei ricordare al presidente f.f. Spirlì, che i commissari vengono nominati per risanare il debito ma che la politica gestionale spetta all’ente Regione. Cotticelli tra l’altro, messo in un angolo….tant’e’ vero ha annunciato le dimissioni. Zuccatelli in contrasto con il policlinico universitario, oggi allarmato cerca di attenzionare tutti, chiamando in causa il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo ed il prefetto sollecitando la disponibilita’ dei 75 posti del padiglione C di Germaneto.
La situazione sta letteralmente e praticamente sfuggendo di mano.
Per mesi abbiamo assistito al rimbalzo di responsabilita’e di conseguenza l’incertezza ha fatto da padrona. E non sono valse a nulla, le varie richieste di interventi da piu’ parti politiche, fatte pervenire alla presidenza Regionale. La politica del dire e non del fare, visti i risultati poco incoraggianti. Il dato di fatto? Il sistema sanitario Calabrese è al collasso. Quello che temevamo si sta verificando.
In questi casi sarebbero auspicabili le dimissioni di una classe politica inadeguata e inefficiente ma visto l’incombenza emergenziale, confido in un risveglio di coscienza dove a prevalere sia il buon senso e la tutela della salute del cittadino.
Non è più il tempo delle scelte, bisogna agire e anche celermente. Sveglia!
Caterina Sirianni
Coordinatrice Provinciale Italia Viva Catanzaro