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Lamezia. Associazioni: viviamo l’abisso dei già poveri in attesa di un altro terribile lockdown

4 min di lettura

Ci stiamo avvicinando sempre più a un nuovo, difficile lockdown. Non c’è ufficialmente ancora ma sentiamo tutti gli effetti

Comunicato Stampa

Le sensazioni sono dinanzi agli occhi coraggiosi, impauriti, dei volontari in ogni angolo del Paese. La nostra, come tutte le altre associazioni, vive l’abisso dei già poveri, che sprofonda ancora giù sotto ogni soglia minima di dignità; l’abisso degli impoveriti dalla scorsa primavera, che  stava appena provando a rimettersi in piedi; l’abisso di chi vede avvicinarsi il buco nero della ‘vergogna’ per affitti, bollette e spese che non si possono più sostenere.

L’ultimo decreto economico del governo persegue in maniera scomposta e contraddittoria la logica dei precedenti interventi emergenziali: mettendo a grave rischio la sorte di tanti cittadini e di un numero notevole di attività commerciali e artigianali.

È crudo dirlo ma, non basta e non può bastare. L’ esercito dei già poveri resta completamente sguarnito da ogni forma di protezione. Come tanti esercizi commerciali nemmeno presi in considerazione.

Anziani soli e isolati da ogni rete familiare e comunitaria. Famiglie piagate dal mix letale tra disagio economico, una casa insalubre, la presenza tra le mura di disabili e /o minori.Mille difficoltà.

Fantasmi ormai, come i nuclei in cui la sofferenza economica incrocia i problemi della malattia psichica, dell’alcool, della tossicodipendenza, dell’azzardopatia.

Da anni alla ‘lista’ degli invisibili si sono aggiunti i padri separati e, dicono gli ultimi dati, i microimprenditori che hanno,in qualche caso,il coraggio di ricorrere alla richiesta di aiuto anziché farsi irretire dal ricatto della microusura (piccole somme da 2-300 euro, spesso ‘offerte’ da un parente o da una persona vicina).

Quando non si è costretti ad altro.

Nessuna di queste enormi questioni sociali è scomparsa con il Covid, anzi tutto si è moltiplicato per cento e per mille, eppure  dai Comuni al Parlamento, dalle Regioni al governo nazionale  questi temi sono scomparsi dall’agenda. Situazioni così oltre i limiti della dignità, situazioni di così profondo isolamento e stigma da far apparire ingenuo chiunque pensi che lì, in quelle case o non case, senza aiuti e assistenza, si possa compilare un modulo per i sussidi, attivare la didattica a distanza per un bambino, accedere ai servizi pubblici sanitari e sociali, essere informati sulle regole contro il contagio, riconoscere i sintomi della malattia, accedere alle cure anti-virus.

In tempo di Covid, degli invisibili si occupa ormai solo e unicamente la rete gratuita della associazioni e della Caritas con risorse umane ed economiche  in grandissima parte autonome  sempre più insufficienti di fronte all’enormità della sfida. I dormitori non ce la fanno a ospitare tutti quelli che chiedono un tetto sulla testa mantenendo un minimo profilo di sicurezza sanitaria. Le mense sono ai limiti.

Eppure ,come abbiamo dimostrato anche nei giorni scorsi a Lamezia Terme, ci sono alloggi costati centinaia di migliaia di euro alla comunità, che sono chiusi in attesa di deteriorarsi.

Le comunità assistenziali e terapeutiche si sentono abbandonate dalle istituzioni . C’è una enorme voragine nelle politiche sociali dell’era pandemica. Non si può accettare che il dolore più profondo, sia considerato ormai nulla,  uno «scarto»  per usare le parole di papa Francesco , una «spesa inutile».

Né la politica può prendersi il lusso di ‘scegliere’ tra poveri, impoveriti e persone a rischio-impoverimento. Non ci sono scelte possibili. Gli occhi dei governanti si spostino piuttosto su quelle casseforti di sprechi, rendite ed elusioni che non hanno minimamente sentito il peso del virus. Si pensi alle tante inutili spese, alle consulenze imperdonabili, alla realizzazione di “corti milionari “all’incapacità di spendere i fondi.

Senza aiuti concreti la vergogna nazionale sarà quella di non aver protetto dal Covid i più fragili. Spesso ci troviamo di fronte ad un silenzio assordante da assessori alla sanità, sindaci, deputati, rappresentanti regionali. Incapaci di proporre soluzioni ma fedeli al trono del denaro e del ruolo ricoperto.

La sfida che le nostre associazioni lanciano al mondo politico è quella di occuparsi degli altri. Di dimostrare serietà. Di rinunciare ai loro ingiustificati privilegi a favore degli ultimi.

Diritto alla Salute

Comitato malati cronici del lametino

Italia Nostra Lamezia Terme

Salviamo gli ultimi

Lavoro sicurezza e salute

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