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Edilizia. Superbonus: ecco la documentazione necessaria

3 min di lettura

Dalla certificazione che dimostra il salto di classe energetica alle asseverazioni: chi ha deciso di usufruire della ristrutturazione edilizia agevolata deve sapere quali siano le carte necessarie, chi le deve controllare e firmare e dove devono essere inviate

Infine, si legge su laleggepertutti.it, occorre prestare attenzione a che cosa bisogna conservare e per quanto tempo.

Superbonus: come si dimostra il passaggio di classe energetica?

Tutti gli edifici sono dotati dell’Attestazione di prestazione energetica, la cosiddetta Ape. Sarà questa certificazione a dimostrare se, come richiesto per accedere al superbonus, c’è stato tra l’inizio e la fine dei lavori il salto di due classi energetiche (o il raggiungimento di quella più alta dove non è possibile il doppio passaggio). Occorrerà, ovviamente, farne una prima dell’avvio degli interventi ed un’altra a lavori conclusi, in modo da dimostrare il risultato ottenuto.

La certificazione va fatta da un tecnico iscritto ad un ordine o ad un collegio professionale ed abilitato alla progettazione di edifici e di impianti funzionali agli immobili. Se la certificazione comportasse delle competenze diverse, potrebbe essere richiesto l’intervento di più tecnici.

All’Ape occorre allegare la cosiddetta «Dichiarazione di indipendenza» che attesta l’assenza di conflitto di interessi del certificatore nella progettazione e nella realizzazione dell’edificio interessato o nei confronti dei fornitori dei materiali. Non deve avere nemmeno alcun grado di parentela fino al quarto grado con il committente.

Superbonus, cosa sono le asseverazioni

Altro tipo di documenti richiesto per accedere al superbonus 110% è l’asseverazione. È il documento con cui un professionista abilitato dimostra che gli interventi eseguiti sono conformi ai requisiti tecnici previsti e che le spese sostenute rispettano il criterio di congruità stabilito dalla legge.

Il professionista deve consegnare l’asseverazione per via telematica all’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) entro 90 giorni dal raggiungimento di uno degli stati di avanzamento dei lavori o dalla fine degli interventi. L’Enea farà le sue verifiche su almeno il5% dei documenti presentati. Di questi, almeno il 10% devono essere ulteriormente verificati.

Le spese per le asseverazioni rientrano nel superbonus.

Superbonus, il tecnico deve essere assicurato?

Il tecnico che firma le asseverazioni deve avere una polizza assicurativa che preveda una copertura minima di 500mila euro per tutelarlo da eventuali errori.

Se la dichiarazione presentata all’Enea è infedele, si rischia una sanzione da 2.000 a 15.000 euro per ogni asseverazione non corretta. Ma si può arrivare anche al penale se le irregolarità sono più gravi. Nel caso in cui questo tipo di situazioni comportino la perdita del superbonus, il contribuente ha diritto a chiedere il risarcimento al tecnico, che poi dovrà vedersela con il suo ordine o collegio professionale.

Superbonus, quali documenti bisogna tenere?

Bisognerebbe dire che in questi casi non si butta via mai niente. Ma nemmeno tenere della carta inutile. I documenti che, sicuramente, bisogna conservare sono:

le fatture e le ricevute che dimostrano le spese sostenute;

le ricevute dei bonifici fatti per pagare tali spese;

dichiarazione di consenso del proprietario ad effettuare i lavori se gli interventi vengono fatti da chi detiene l’immobile in affitto, in comodato o in leasing oppure da chi ha firmato l’impegno per l’acquisto senza avere ancora sottoscritto il rogito;

copia della delibera dell’assemblea di condominio;

tabella millesimale della ripartizione delle spese relative ai lavori eseguiti sulle parti comuni del condominio o, in alternativa, la relativa certificazione dell’amministratore;

copia dell’asseverazione trasmessa all’Enea.

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