Roma. Nuovo governo al lavoro, Draghi: “Priorità dare sicurezza al Paese”
2 min di letturaIl governo di Mario Draghi e i 23 ministri hanno giurato al Quirinale nelle mani del presidente del Consiglio, Sergio Mattarella. L’esecutivo è nelle sue funzioni ed è già al lavoro.
Draghi e tutti i ministri hanno recitato di fronte al Capo dello Stato la seguente formula: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”.
Poi il presidente del Consiglio è andato a Palazzo Chigi accolto, nel cortile, dal picchetto d’onore composto da diverse armi.
Giuseppe Conte ha passato, quindi, la campanella a Mario Draghi, nella tradizionale cerimonia che segna il passaggio di consegne. Con il passaggio della campanella il nuovo presidente del Consiglio si insedia ufficialmente alla guida del governo.
E’ in corso a Palazzo Chigi la prima riunione del Consiglio dei ministri presieduta dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Il Cdm, che è iniziato in anticipo rispetto alla convocazione prevista alle 14, ufficializza la nomina del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha aperto il cdm con un discorso sulle priorità dell’Esecutivo partendo da un presupposto – raccontano diversi partecipanti alla riunione – che una di queste priorità sarà quella di “mettere in sicurezza il paese”, anche grazie al lavoro di una squadra Coesa e senza “interessi di parte”. “Il nostro sarà un governo ambientalista”, ha ancora detto il premier.
Molti i politici, tante le conferme. Ma ai tecnici vanno tutti i ministeri chiave. La nuova squadra di ministri, che registra anche un terzo di donne, è formata e dà spazio a tutti i partiti dell’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo, con – appunto – figure di fiducia del premier in dicasteri chiave. Il premier sale al Colle alle 19 e dopo quaranta minuti di colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglie la riserva. Come le regole vogliono, poi esce dallo studio del capo dello Stato e legge i 23 nomi. Asciutto nello stile, non aggiunge alcun commento davanti alle telecamere. Solo lasciando il Quirinale si lascia andare per un attimo: “In bocca al lupo”, risponde ai fotografi che lo attendono sommergendolo di flash.