Incassano i buoni spesa Covid 19 dichiarando il falso, scoperti altri 61 furbetti
3 min di letturaProsegue l’Indagine economica a largo raggio per i carabinieri della Stazione di Borgia i cui militari hanno deferito in stato di libertà per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ben 61 persone
I Carabinieri hanno accertato che i cittadini avevano chiesto al Comune – mediante false attestazioni – il “bonus alimentare” previsto dal governo in favore delle famiglie bisognose per l’emergenza pandemica da covid-19.
L’operazione è la prosecuzione di quella denominata “Mala Emptio”, traducibile in “Cattivo acquisto” proprio a ricordare la destinazione delle illecite percezioni condotta dai reparti della Compagnia di Catanzaro e che aveva già portato al deferimento di oltre 150 persone nel dicembre 2020.
L’inchiesta ha riguardato tutto il periodo del cd. lockdown (da aprile a giugno 2020), a seguito degli aiuti straordinari introdotti dal Governo per il periodo di emergenza sanitaria (cosiddetti “buoni spesa covid-19”). I buoni alimentari sono stati erogati direttamente dai Comuni alle persone e alle famiglie in difficoltà economica, per acquistare alimenti, farmaci e altri beni di prima necessità. Ciascun Comune, poi, ha avuto la possibilità di scegliere in autonomia i requisiti per la concessione del bonus, garantendo somme variabili a seconda di vari indici di valutazione.
Gli accertamenti effettuati dai militari della Stazione di Borgia hanno consentito di verificare che gli indagati aderenti al bando comunale avevano dichiarato informazioni non corrispondenti al vero, sostenendo in generale di trovarsi in condizioni di difficoltà economica e di indigenza, nel tentativo di indurre in errore le amministrazioni comunali e ottenere così un ingiusto profitto.
Le informazioni fornite non correttamente vanno dalla falsa attestazione sulla residenza e del numero dei componenti del nucleo familiare (l’elargizione era connessa anche all’effettivo stato di bisogno della famiglia) all’omessa o falsa indicazione di ricevere, nello stesso periodo, altri sussidi sociali (indennità di disoccupazione, pensioni di invalidità, l’indennità di maternità e lo stesso reddito di cittadinanza) che, a volte superata una certa soglia, non avrebbe consentito l’ottenimento del buono alimentare.
I carabinieri hanno prima individuato quanti hanno presentato la domanda per ottenere il buono spesa (diverse centinaia le domande giunte al Comune di Borgia), successivamente hanno analizzato la documentazione e le autodichiarazioni presentate. Infine, i carabinieri hanno approfondito, con l’ausilio dell’Inps, degli istituti di credito e delle banche dati in uso alle forze di polizia, la posizione economica degli interessati, ottenendo una conferma dei sospetti iniziali. I 61 indagati sono stati pertanto denunciati per aver presentato ai Comuni domande in cui hanno attestato falsamente di possedere i requisiti previsti, al fine di ottenere indebitamente i buoni alimentari. Il danno complessivo, è pari ad oltre 13.000 euro. Il rischio per gli indagati è quello di una pesante sanzione amministrativa, compresa tra i 5.164 ed i 25.822 euro, pari al triplo del beneficio illecitamente conseguito.