I malati di Alzheimer non sono pazienti fragili: lo certifica l’Asp di Catanzaro
3 min di letturaLa malattia di Alzheimer è sparita dai protocolli vaccinali dell’Asp di Catanzaro, forse perché non considerata come tale e visto che chi ne è affetto non lo si considera come un paziente fragile?
Comunicato stampa
La certificazione la pubblica proprio l’Asp di Catanzaro, che nella tabella che definisce le categoria fragili che, a prescindere dall’età, possono accedere alla piattaforma per le prenotazioni e la somministrazione dei vaccini anti Sars-Cov-2, quelle categorie individuate attraverso i codici di esenzione previsti dal Servizio Sanitario Nazionale.
Bisogna premettere che i pazienti fragili con malattia di Alzheimer non sono solo quelli “reclusi” nelle varie cliniche penitenziario presenti sul territorio calabrese, che ormai da oltre un anno vivono in splendido(?) isolamento sociale ed umano, ma che almeno hanno o forse avranno la dose di vaccino loro destinata.
Ci sono altri malati, sempre affetti dal Morbo di Alzheimer che non vivono in reclusione nelle cliniche lager – quelle note alle cronache – ma, che restano a carico dei tanti caregiver familiari e che l’Asp territoriale ben conosce.
Le tante famiglie hanno provato ad accedere alla piattaforma indicata, ma non essendo categorie eleggibili per come indicato, nonostante l’inserimento dei dati e dei codici fiscali, vengono rimandati indietro dal sistema, esclusi da un diritto sottoscritto dalla malattia e dall’ incapacità della burocrazia locale, quella sempre dell’Asp di Catanzaro. I malati di Alzheimer alla latitudine di Catanzaro e provincia diventano doppiamente ammalati. La prima volta per una patologia devastante e, la seconda per un’altra patologia che non si certifica con una diagnosi, ma solo e soltanto ricordando che siamo in presenza di una struttura pubblica dello Stato commissariata per infiltrazioni mafiose. Questo dice tutto!
Noi che abbiamo conosciuto la malattia e l’incapacità del sistema ci domandiamo se l’Asp di Catanzaro è sempre quella che negli anni passati ha studiato e dato lustro all’informazione sulla malattia, con i tanti seminari e con i fondi della Comunità Europea? E, se è sempre quella a cui afferisce anche il Centro Regionale di Neurogenetica?
Perché se è così e tutti lo sappiamo che è così, non ci resta che chiedere ai “prefetti” commissari la chiusura anche del Dipartimento Cure Primarie del Distretto di Catanzaro, perché inutile su una malattia che non conosce e che non vuole più conoscere. Almeno ce ne saremo fatti una ragione tutti!
Alfredo Serrao
presidente Associazione I Quartieri