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Superbonus, Tassone: “Più tempo e risorse per sviluppo sostenibile”

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luigi tassone

“È imprescindibile volgere lo sguardo verso il futuro” afferma, in una nota, Luigi Tassone

Soprattutto in un momento di crisi economica, vistosamente aggravata dall’emergenza Covid, è necessario individuare con obiettività i canali capaci di rilanciare la crescita ed, allo stesso tempo, garantire una spinta all’innovazione, all’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse e al cammino verso le tecniche che premiano la sostenibilità.

Uno dei principali strumenti che sta fornendo risposte efficaci in questo senso è certamente il cosiddetto Superbonus, che ha agevolato la ripartenza in piena coerenza con uno dei più importanti obiettivi strategici del programma Next Generation Eu, vale a dire il pilastro della transizione verde.

Si tratta di un percorso che non ha ancora dispiegato in tutto il suo potenziale vigore gli effetti auspicati a causa dei ritardi dovuti alla complessità di talune procedure, ma che è chiaramente la chiave per una rinascita che può consentire di mettersi al passo che le realtà europee più evolute. È dunque opportuna una proroga fino al 2023 per permettere il completo dispiegamento dei benefici.

Considerando che l’impostazione attuale del Pnrr prevede un stanziamento di più di 18 miliardi, dei quali oltre 8 derivanti dal “fondo complementare” finanziato con risorse naturali, appare utile rimodulare la struttura del Piano nazionale di ripresa e resilienza incrementando le risorse destinate al Superbonus con contestuale riduzione di altri progetti.

Questa implementazione delle risorse, abbinata ad una dilatazione della tempistica, deve essere cristallizzata al più presto nella prossima legge di bilancio, sigillando una scelta politica che va nella direzione dello sviluppo sostenibile.

Inoltre, bisogna aggiornare le stime di costo del Superbonus prendendo atto del suo reale utilizzo su larga scala e calcolando il conseguente risparmio da impiegare poi nella proroga della misura.

Tutto ciò perché è imprescindibile volgere lo sguardo verso il futuro e proiettarsi verso una dimensione che trova nella transizione ecologica, e segnatamente nell’efficientamento energetico degli edifici, un mezzo che coniuga l’esigenza di ridurre gli sprechi di risorse e di energia con il rispetto del pianeta e una ripresa economica improntata sull’aumento dell’occupazione ed il conseguente incremento dei reddito e dell’inclusione sociale.

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