Lost in… Hannibal Lecter: saga da brivido con Anthony Hopkins
6 min di letturaPer la rubrica Lost in… è il momento di aprirsi anche alle saghe cinematografiche. E’ obbligo iniziare con la recensione di una saga-capolavoro costituita dai seguenti tre film: Red Dragon, Il silenzio degli innocenti e Hannibal.
I tre film ruotano attorno alla figura di Hannibal Lecter, un personaggio tra l’altro protagonista di una serie di romanzi scritti da Thomas Harris. Hannibal è uno spietato serial killer denominato Hannibal il cannibale a causa della sua propensione all’antropofagia, quindi al cannibalismo per l’appunto. Più nello specifico è un medico-psichiatra nonché un esperto criminologo.
Red Dragon è uscito nel 2002 e rappresenta il prequel del famosissimo e pluripremiato film Il silenzio degli innocenti che risale invece al 1988. Gli avvenimenti di Red Dragon pertanto precedono quelli raccontati ne Il silenzio degli innocenti e dunque la recensione procederà sulla base degli accadimenti cronologicamente impostati.
In Red Dragon, il protagonista è Will Graham, un investigatore speciale ingaggiato dall’FBI per arrestare un pericoloso serial killer soprannominato Il lupo mannaro. Will, che precedentemente ha catturato Hannibal Lecter, comportandone tra l’altro la reclusione in un manicomio criminale da oltre otto anni, chiede proprio a quest’ultimo di collaborare alle indagini. Lecter accetta di buon grado, ma al contempo medita vendetta e, intrattenendo una corrispondenza con il killer, suo grande estimatore, gli rivela l’indirizzo dell’abitazione dell’investigatore Graham. Will pertanto si ritrova a doversi scontrare sanguinosamente con Il lupo mannaro. Infine, a conclusione del film, il direttore del manicomio criminale informa Lecter dell’arrivo di un’agente dell’FBI desiderosa di incontrarlo, rimandando chiaramente a Clarice Starling.
Questa donna è la protagonista de Il silenzio degli innocenti che, un po’ come Will Graham, chiede aiuto ad Hannibal Lecter per scovare un sadico serial killer soprannominato Buffalo Bill che scuoia ed uccide giovani ragazze. Lecter accetta la collaborazione chiedendo in cambio maggiori libertà che gli vengono accordate. Ha così inizio una serie di incontri tra lui e Clarice la quale, nell’approcciarsi a Lecter, decide di porsi con estrema sincerità ed accetta persino di sottoporsi a delle vere e proprie sedute di psicoanalisi. Molto celebre infatti è il racconto di Clarisse riguardo al suo turbamento a seguito della macellazione di alcuni agnelli, ai quali del resto fa riferimento il titolo originale del film (The silence of the lambs, Il silenzio degli agnelli). L’agente Starling, grazie agli incisivi e decisivi incontri tenuti con Hannibal Lecter, riesce da infine a scovare Buffalo Bill, ma, contemporaneamente, a causa delle minori ristrettezze concordate precedentemente, Lecter riesce a fuggire nelle Bahamas facendo perdere del tutto le proprie tracce. Molto celebre a questo punto anche la telefonata di Hannibal a Clarice in cui, per chiederle se ha superato i fantasmi del passato, le domanda, allusivo: “Gli agnelli hanno smesso di gridare?” La conversazione si conclude con un altrettanto noto e pungente: “Sto per avere un vecchio amico per cena stasera.”
Il terzo film Hannibal è uscito invece nel 2001 e gli accadimenti risalgono a dieci anni dopo rispetto ai fatti di Buffalo Bill e quindi de Il silenzio degli innocenti. Lecter, che è ancora latitante, si trova a Firenze sotto il falso nome di Dottor Fell. Sulle sue tracce è Clarice Starling, nonostante la sua estromissione dall’incarico a causa di un precedente scandalo in un’operazione antidroga. Inoltre Mason Verger, un uomo sfigurato e vittima sopravvissuta di Hannibal il cannibale, offre una taglia di tre milioni di dollari in cambio della cattura di Lecter. Decide di approfittarne l’ispettore di polizia Rinaldo Pazzi che riconosce la reale identità del Dottor Fell visionando le fotografie fornite dall’FBI. Lecter naturalmente lo anticipa, lo addormenta, lo stringe in una sorta di cappio e, dopo avergli squartato il ventre, lo butta dal balcone di Palazzo Vecchio mimando la morte di Giuda e del celebre antenato di Rinaldo, Francesco Pazzi. Hannibal a questo punto viene sequestrato dagli uomini di Verger che lo conducono nella sua residenza allo scopo di ucciderlo e in questa circostanza si riunisce a Clarice che arriva in tempo per liberarlo, ma non riesce ad arrestarlo a seguire. Lecter infatti, una volta ammanettato dalla donna, pur di liberarsi senza ferirla, dà un colpo al proprio polso riuscendo a fuggire prima dell’arrivo delle autorità. Anche questo film si conclude con la fuga di Hannibal che in aereo fa la conoscenza di un bambino affamato al quale offre da mangiare un pezzetto di cervello (di Krendler, il superiore di Clarice), pronunciando la nota ed emblematica frase: “Bisogna sempre provare cose nuove.”
Hannibal Lecter è un personaggio superlativo, un villain con estreme capacità mentali e con un’intelligenza di gran lunga superiore a quelle normali, motivo per il quale viene ripetutamente coinvolto durante le diverse indagini che investono i vari film. Il suo punto di forza è il suo ineguagliabile carisma che rende ogni sua apparizione sullo schermo assolutamente esemplare ed impossibile da passare inosservata. La profondità dei suoi occhi chiari al di là delle sbarre, la fissità delle sue pupille, lo sguardo spalancato, l’immobilità delle palpebre, persino i capelli all’indietro ad incorniciare ed ispessire l’espressività del volto, gli conferiscono una solenne austerità e sono in grado di suscitare terrore ancora di più dei suoi omicidi. Lecter genera nel fruitore un mix di attrazione e repulsione che lo rende un villain vero, autentico e soprattutto unico. Questo mix vede il suo simbolo carnale e personificato nel canonico bacio che Lecter strappa a Clarisse prima di liberarsi dalle manette nel film Hannibal. Quel suo avvicinamento, quelle labbra tanto vicine al bacio quanto vicine al morso, determinano un brivido nell’eventualità del secondo e un’emozione nel figurarsi il primo.
Quando è rinchiuso in carcere del resto si spera fortemente in una sua fuga, ma, quando sopraggiunge la sua effettiva liberazione, prevale il panico, il tutto in un vortice senza uscita di assoluzione e condanna in cui però prevale sempre un latente affetto nei confronti di un personaggio assolutamente non lineare e che non incarna per nulla il banale prototipo di eroe positivo. Ed è proprio questo il carattere peculiare di Lecter ed il motivo per cui lo si ama a prescindere dai suoi intenti.
L’interpretazione magistrale di Anthony Hopkins poi rende questo personaggio assolutamente perfetto e conseguentemente imparagonabile a tutti i cattivi più noti. Hopkins, in ogni suo film e in questa trilogia in esame a maggior ragione, riesce ad abbattere, anzi a frantumare la quarta parete e, qualora ce ne fosse una quinta, abbatterebbe e frantumerebbe anche quella. Non a caso, ha vinto l’oscar come miglior attore non protagonista ne Il silenzio degli innocenti e soltanto pochissimi giorni fa ne ha vinto un altro come miglior attore protagonista per la sua commovente interpretazione in The father.
Detto ciò, è ovvio che io consigli la visione di questa saga che rappresenta tra l’altro un vero e proprio classico dentro e fuori il tempo, da non perdere.
Ecco una delle scene più belle e famose.
Simona Barba Castagnaro