Cara Azzolina | Se questa è una scelta, non è la mia.
5 min di letturaLa scuola ai tempi del Covid-19, in Italia, non si adatta, si irrigidisce su discussioni di valutazioni finali, trascurando la grande opportunità di cambiare pelle. I tentativi finora compiuti dalla Ministra, la collocano in una quota rosa che non mi rappresenta e che scongiuro. E chissà perchè in questo momento storico dove l’umanità tutta è colpita profondamente, siano proprio le donne a non esercitare la compassione e la solidarietà, skills connaturali al gentil sesso, che potrebbero fare la differenza.
Cara Lucia,
mi sono permessa, nella faticosa situazione di “mamma in Lockdown Covid-19” in cui mi ritrovo, di elencare quattro piccoli errori di valutazione che nella sua posizione di Ministro dell’Istruzione potrebbe sottoporre al team di esperti e farci una bella pensata. In tempi brevi si auspica.
1. PRIMO ERRORE: LE CHAT DI CLASSE
Il primo errore è stato quello di DELEGARE l’accesso all’istruzione alle chat di classe che in poco meno di 12 ore si sono trasformate in succursali dell’autonomia di chiunque, legittimando sceriffi e kapò ad emergere dalle viscere e a dettare assurde pianificazioni. Nel nome di una premessa sconcertante: la responsabilità di terminare l’anno scolastico nel bel mezzo di una pandemia, passa nelle mani delle famiglie in isolamento che devono arrangiarsi a procurare connessioni, dispositivi, cultura digitale.
2. SECONDO ERRORE: DICHIARARE CHE IL 94% DELLE SCUOLE SONO ATTIVE CON LA DIDATTICA A DISTANZA
Il secondo errore di cui ha fatto bella mostra nei salotti televisivi di Fazio, riguarda un numero, una percentuale, 94% (!!!!!!), uscito fuori anch’esso, forse, da una chat con i suoi collaboratori.
Quello che lei chiama Didattica a Distanza è puro appannaggio, è invece, glielo dico io, il disperato tentativo — messo in piedi da una task force di insegnanti e mamme nelle chat— di non rendere l’isolamento dei nostri figli ancora più violento.
E sa perchè è stato un errore? Perchè questa non è didattica, questo è solo il frutto del multitasking femminile che ci ha fatto prende in carico questa emergenza per scongiurare un ulteriore carico di ansia familiare (e sa, chiusi fra le quattro mura, se aggiungiamo altra ansia, l’effetto bomba ad orologeria è presto raggiunto). Nei salotti televisivi se ne prende i meriti come fosse un successo e addirittura pensa di poterne disporre a piacimento anche a maggio — e addirittura a settembre! Quando tutti lavoreranno, noi mamme staremo a casa ad accudire i nostri eredi nelle attività didattiche, Ministra?
3. SOTTOVALUTARE IL RUOLO DELLE INSEGNANTI
Il terzo errore lo ha fatto con gli insegnanti. Li ha da subito collocati nel ruolo di segretari passa carte, passa compiti, e li ha benedetti “ andate e cercate il miglior format per svolgere i programmi, fare le valutazione e non entrare in aula a luglio”.
Ma gli insegnanti non sono questo, Azzolina! Davvero pensa che il ruolo dell’ insegnante si risolva in somministrazione di pdf o video-lezioni fruite alla meglio da case più o meno connesse, da dispositivi mobili fortuiti? Gli insegnanti non si meritano la relegazione ad esecutori di programmi ministeriali #atuttiicosti, chiaramente fuori contesto in questo frangente. Pensi a come grandi brand (dall’alta moda all’ industriale automobilistica) abbiano riconvertito le produzioni, scardinando i propri obiettivi ma restando fedeli alle proprie mission. E ai suoi insegnati lei ha chiesto come portare a termine i programmi sulle aree dei trapezi? Come valutare le interrogazioni fruite tramite monitor?
Questi insegnanti, se lo lasci dire, hanno un ruolo molto più importante nella vita delle mie bambine e di noi famiglie, non li riduca ad un ammucchio di pixel di qualità variabile. Non li stressi e non lasci che ci stressino sovrastandoci di burocrazia.
4. PENSARE DI ESTENDERE IL LOCKDOWN ALLA CATEGORIA MAMME – GENERE FEMMINILE
Il quarto errore di questa saga, di cui le premesse nel punto tre— è il più grave a mio avviso — è stato quello di pensare che il lockdown possa essere esteso, senza condizione di appello, alle sole mamme, ignorando completamente che NON ABBIAMO RINUNCIATO ai nostri lavori, conquiste di duri secoli di emancipazione (oltre che di fatiche, studi, lotte etc).
Questa tarantella, Ministro Azzolina (!), poggia su un sacrificio non su un sistema. Se protratto ancora a lungo ci ricolloca nel domestico e privativo medioevo. Ha forse incautamente scambiato la nostra voglia di resilienza con un incarico di supplenza a tempo indefinito? O peggio ancora con una scelta di abnegazione. Non abusi della nostra disponibilità al multitasking, non lanci con leggerezza l’idea che a maggio i genitori andranno a lavorare e le figlie di 7 e 10 anni, senza gli ammortizzatori sociali dei nonni, staranno a casa a collegarsi con leggiadria e a svolgere compostamente le videolezioni e poi le migliaia di compiti.
Non pensi maldestramente che tutti abbiano accesso ai congedi parentali (ci sono anche gli autonomi) o a tate informatizzate pronte a trascorrere 8/10 ore al giorno per 5 giorni a settimana per soli 600€ /mese. A Milano è irreale.
Ministra, da questa parte della barricata, le posso dire, parafrasando il Tolstoj, che ogni famiglia é connessa a modo suo, ogni bambino ha un tavolo da cucina con più o meno luce, ogni casa ha il suo vociare di call di lavoro, di preoccupazioni, incertezze da affrontare e qualcuno ha anche nonni a rischio.
La scuola deve essere più democratica di questo .
Non lasci che siano le donne a sacrificarsi sull’altare di un focolaio domestico anacronistico, siamo nel 2020.
Se quella che ci sta proponendo, è una scelta obbligata di back to past, mi attiverò con piccoli atti di ribellione, per sottrarre me e la mia famiglia.
Adesso la lascio, vado, la piccola ha una skype call dal mio computer , la grande non ha capito la differenza tra forma attiva e passiva dei verbi transitivi, mio marito sta cercando di risolvere un problema con la connessione Vodafone e permetterci di andare in call e lavorare contemporaneamente -perché fibra non vuol dire necessariamente efficienza (figuriamoci adsl o 3g!).
Poi scongelerò qualcosa per pranzo e preparerò dei biscotti per merenda e farò un disegno ‘andrà tutto bene’ con la piccola perché bisogna pur alimentare l’ottimismo.
Ad Maiora.