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Sanità Lamezia. Associazioni: “Abbiamo tanti spunti da suggerire al PD”

4 min di lettura

Leggiamo che si è tenuta una riunione del Forum sanità del PD di Lamezia alla presenza delle eminenze grigie della sanità provinciale e regionale Lino Puzzonia e Rubens Curia, che il PD a conclusione della discussione ritiene necessario un ampio coinvolgimento non solo degli addetti ai lavori ma anche dei cittadini e che al più presto gli spunti e le idee emerse nell’incontro troveranno spazio in una articolata proposta da utilizzare come base futura per un progetto sulla sanità da proporre al centro-sinistra e alla città

Comunicato Stampa

Non crediamo di essere gli ultimi nel lametino a poter discutere di sanità ed anzi abbiamo da offrire già da subito qualche spunto di riflessione al PD di Lamezia ed ai suoi mentori e tutori.

Siccome concordiamo sul dato, da tempo nostro cavallo di battaglia, che occorra costruire dal basso un nuovo sistema sanitario nell’area centrale della Calabria senza più rivendicazioni di stampo campanilistico, vogliamo per primo chiedere retoricamente al dr. Lino Puzzonia, autorità indiscussa della sanità del capoluogo, se è a conoscenza del fatto che in base alle norme, DM 70 del 2015, per poter mantenere un minimo di buona qualità e manualità negli interventi operatori un reparto di cardiochirurgia debba necessariamente avere un bacino di utenza di almeno 600 mila abitanti. E poi chiedergli come riesca a far conciliare con questo dato la sua strenua difesa nell’area centrale della Calabria (che, incluse le province di Crotone e Vibo, ha poco più di 700 mila abitanti) della presenza sia della Cardiochirurgia dell’Università, che di quella del Sant’Anna. E questo per sgombrare il campo una volta per tutte dal tema su chi fa campanilismo e su che cosa.

Più di quattro anni fa fummo lasciati soli a difendere il laboratorio di Microbiologia e Virologia ed il Primariato di quello di Patologia clinica (e anche a difendere la TIN, Malattie Infettive, il Servizio Trasfusionale e tanto altro), ma ben venga ora una qualche ripresa del tema, che però, se non vuol restare battaglia di facciata, non va portato all’attenzione dell’ASP, ma a quella del Commissario ad acta, che 6/7 anni fa con un suo decreto ci ha privati di entrambi (e di tutto il resto) .

Quanto invece all’atto aziendale dell’ASP, noi, che di certo non siamo inquadrabili tra i fan acritici della terna commissariale e che anzi stiamo invano aspettando da essa una convocazione sul tema molto critico del trasloco del Servizio 118, dobbiamo rilevare che l’attuale gestione, non a caso avulsa da nomine direttamente politiche, ha colto un punto dirimente dell’organizzazione ospedaliera nella provincia di Catanzaro e, cioè, il fatto che in un bacino di utenza di 370 mila abitanti coesistano e si facciano concorrenza due mega Hub ospedalieri (Pugliese-Ciaccio e Policlinico Universitario) entrambi a Catanzaro e un grande ospedale a Lamezia, oltre a tre ospedali minori e varie cliniche private (queste ultime per lo più a Catanzaro) che sono state relegati alla gestione dell’Azienda Sanitaria Provinciale, alla quale è peraltro affidato un settore basilare sul terreno della salute dei cittadini, quello della organizzazione della medicina territoriale dell’intera provincia.

Per noi è essenziale cogliere quest’assist lanciato dalla terna commissariale, così come quello relativo alla proposta di partenariato pubblico/privato in tema di cardiologia e cardiochirurgia, e poi, associazioni e partiti uniti, portare il tema all’attenzione del Commissario ad acta per giungere finalmente ad una programmazione unitaria del sistema ospedaliero che riconosca all’ospedale di Lamezia una centralità che negli anni ha faticosamente conquistato sul campo e che ancora difende tenacemente come dimostrano i dati dei ricoveri e quelli degli accessi al Pronto Soccorso. E ciò a partire dai reparti e servizi che, come Cardiologia e Centro Protesi INAIL, stanno già dimostrando di essere o possono diventare attrattivi di una utenza extra provinciale, regionale e meridionale, concorrendo ad arginare la mobilità sanitaria passiva.

Nicolino Panedigrano e Riccardo Viola per Comitato Salviamo la Sanità del Lametino

Giuseppe Gigliotti per Comitato Malati Cronici

Felice Lentidoro per Cittadinanzattiva

Concetta Perri per Tribunale del Malato

Salvatore De Biase per Osservatorio Sociale San Nicola

Basilio Perugini per Comitato 4 Gennaio

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