Lamezia. Il progetto APPtraverso la Calabria dell’IPSSAR Luigi Einaudi
4 min di lettura“Apptraverso vuole costruire le condizioni perché i giovani adolescenti possano ‘aspirare a costruire un futuro’, possano ambire ad avere un futuro.”
Comunicato stampa
È giunto al termine, dopo quasi due anni di lavoro, coincidenti con un periodo storico straordinario, il progetto APPtraverso la Calabria, presso l’IPSSAR Luigi Einaudi di Lamezia Terme, diretto da Rossana Costantino e che ha avuto il docente Giovanni Orlando Muraca come referente dello stesso. Due anni densi di esperienze diverse tra loro, per un numeroso gruppo di ragazze e ragazzi.
Il progetto “APPtraverso” nasce, come idea, dalla collaborazione di due reti associative calabresi: il CNCA Calabria (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza) e l’Arci Calabria ed ha come soggetto capofila l’Associazione Comunità Progetto Sud che da anni si occupa di prevenzione del disagio giovanile.
“Il progetto – chiarisce Lorena Leone, coordinatrice territoriale – ha tre temi portanti (l’aspirazione, il contrasto alla povertà educativa e la promozione della tecnologia nella didattica) e due metodologie di base: una interna al gruppo di lavoro e una esterna che coinvolge i partecipanti. Apptraverso vuole costruire le condizioni perché i giovani adolescenti possano ‘aspirare a costruire un futuro’, possano ambire ad avere un futuro.”
“La mission del progetto – le fa eco l’operatrice di laboratorio Claudia Caruso- è quella di contrastare la povertà educativa: intesa come privazione, per i bambini e gli adolescenti, dell’opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni anche attraverso la tecnologia che consente di coinvolgere i ragazzi nell’apprendimento e rendere inclusivi i percorsi scolastici.”
Il progetto ha dovuto affrontare anche le grandi limitazioni che questo terribile periodo ha imposto: pertanto c’è stato un prima e un dopo. In una prima fase sono stati realizzati laboratori creativi, team working orientati alla definizione di business idea, dove i giovani studenti dell’Einaudi hanno compreso come definire ed avviare idee imprenditoriali in settori strategici per il futuro sviluppo regionale (ristorazione, beni culturali, turismo, agricoltura, smart cities): tra i tanti laboratori è importante segnalare la visita presso l’Agriturismo Costantino, un’eccellenza del settore che sta sperimentando, al suo interno, anche pratiche didattiche innovative, come l’Asilo nel bosco. Gli incontri con Annamaria Bavaro della cooperativa ‘Le Agricole’, per un’idea di agricoltura sostenibile ed etica. Le affascinanti lezioni dell’apicoltore Mamun Matubber che ha introdotto i giovani corsiti nel misterioso mondo delle api. Ed infine l’incontro con il travolgente chef calabrese Claudio Villella, che dal suo slogan “zero polpette” ha tratto un manifesto programmatico sull’utilizzo di prodotti calabresi che non hanno uguali nel mondo, per una cucina oltre che identitaria, biologica e innovativa.
“Gli ultimi mesi – afferma il referente Muraca – sono stati oltremodo utili per sperimentare nuove pratiche didattiche e superare anche le criticità che la DaD (didattica a distanza) ha mostrato. Per cui si è pensato di creare un nuovo momento di socializzazione in presenza, sempre nel rispetto delle normative anticovid vigenti, attraverso la ri-generazione della biblioteca scolastica, dell’Einaudi”. Questa esperienza ha messo in moto una “comunità educante” con il coinvolgimento di insegnanti e di altre figure sia interne alla scuola che esterne nella co-conduzione del laboratorio, entusiasmante per partecipazione ed interesse di tutti gli attori protagonisti. Da Antonio Cavallaro, direttore commerciale della Rubbettino Editore, che all’interno del “nuovo spazio” ha tenuto un’accattivante lectio sull’editoria, a Samuele Giudice, giovane maturando del Liceo artistico Fiorentino, che ha curato un energico videoclip sul backstage del laboratorio. (https://youtu.be/ccZGmhbleus)
“La scuola – conclude Muraca – anche attraverso nuove sperimentazioni didattiche che superano l’esclusiva frontalità della lezione, deve considerarsi sempre più come un contesto aperto alla crescita del gruppo e allo sviluppo di relazioni positive, deve promuovere abilità cognitive e sociali, utili allo sviluppo della persona sul piano individuale ed emotivo, deve favorire l’impegno personale, l’empatia, la collaborazione, la solidarietà, la responsabilità. La scuola, insomma, deve insegnare non solo il sapere, ma anche il saper fare e soprattutto il saper essere”.
E il progetto APPtraverso, in questi mesi di socialità azzima, è stato – a detta di tutti i partecipanti e non solo – una sorta di “lievito madre”.