Covid: Banca d’Italia, in Calabria ricadute pandemia rilevanti
2 min di letturaMagarelli: “Necessario vigoroso cambio passo rispetto al passato”
CATANZARO. In Calabria “le ricadute della crisi pandemica sul mercato del lavoro sono state rilevanti, annullando il modesto recupero dei livelli occupazionali che si era registrato a partire dal 2016”.
E’ quanto emerge dal rapporto annuale sull’economia regionale calabrese della filiale di Catanzaro della Banca d’Italia con la collaborazione della filiale di Reggio Calabria, presentato nel corso di una conferenza stampa, coordinata da Giuseppe Albanese.
Questo, sebbene, “nel breve termine, la ripresa dell’attività economica sarà favorita dai progressi della campagna vaccinale di contrasto all’epidemia”.
In particolare, “in prospettiva, l’economia regionale potrebbe trarre impulso dai programmi pubblici avviati in risposta alla crisi pandemica, tra cui in particolare il Pnrr, soprattutto qualora questi riescano a incidere sui ritardi che condizionano il sistema produttivo calabrese”.
Dai dati emerge che “il calo delle posizioni lavorative si è concentrato soprattutto tra gli autonomi e i dipendenti a termine, mentre il calo del lavoro dipendente a tempo indeterminato è stato contrastato da un eccezionale aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e dal blocco dei licenziamenti”.
Il settore “più colpito è stato quello dei servizi privati non finanziari, in particolare i trasporti, il commercio al dettaglio non alimentare e il comparto alberghiero e della ristorazione, su cui ha inciso la caduta delle presenze turistiche. L’attività produttiva si è ridotta in misura più contenuta nelle costruzioni, che hanno in parte beneficiato di una lieve ripartenza del comparto delle opere pubbliche. Il brusco calo delle vendite ha accresciuto il fabbisogno di liquidità del sistema produttivo. Il sostegno pubblico ha contenuto fortemente l’uscita di imprese dal mercato”.
Per il direttore della filiale catanzarese di Bankitalia, Sergio Magarelli, vi è la necessità di un “vigoroso cambio di passo rispetto al passato” in quanto “il futuro sarà ciò che costruiamo adesso” e bisogna “ripartire dai punti di forza di questa regione puntando sul capitale umano, ricchezza della diversità, patrimoni culturale”. (ANSA).