Primavera della Calabria: la nostra regione non ha bisogno di colonizzatori
2 min di letturaChe viene a fare Salvini in Calabria?
Comunicato Stampa
Dopo che il presidente facente funzioni espressioni del suo partito ha portato avanti una gestione disastrosa della pandemia, che ha visto la Calabria finire più volte in zona rossa non tanto per l’elevato numero di contagi quanto per manifesta “incapacità di gestione”.
Che viene a fare Salvini in Calabria?
Se il “lupo ha cambiato il pelo ma non il vizio”, se lui e i leghisti, dietro le parate al Sud in cerca di voti, portano avanti al governo la solita politica a trazione nordista di sempre, se parlamentari e governatori leghisti in primis sulle risorse del PNRR stanno consumando l’ennesimo scippo ai danni del Sud.
Che viene a fare Salvini in Calabria?
Se il presidente facente funzioni Spirlì, che non ha il coraggio di sottoporsi al voto popolare, perché sa bene che i calabresi sono nauseati delle sue sceneggiate, con le ultime dichiarazioni su Mussolini ha toccato il punto più basso, mostrando ancora una volta tutta la sua la sua inadeguatezza a rappresentare le istituzioni.E’ un uomo di Salvini quel presidente di regione “per nostra sfortuna”, che fa arrossire tutti i calabresi con le sue performance grottesche e le sue dichiarazioni inaccettabili mentre la Calabria è fuori da tutti i tavoli che contano.
E ora Salvini, insieme a tutto il centrodestra, lo ripropone come possibile vice di un impresentabile ticket. In base a quali risultati di quasi un anno di amministrazione regionale? Per il fallimento su tutti i fronti, dalla gestione sanitaria alle ultime vicende sulla società di gestione degli aeroporti? Povera Calabria!
A Salvini poniamo una sola domanda: che cosa ha fatto la Lega in questi anni per ridare dignità e futuro alle calabresi e ai calabresi? Qui in Calabria stiamo costruendo un’alternativa politica credibile e autorevole, portata avanti da donne e uomini che si interfacciano ogni giorno con le criticità e le speranze di questa terra, che costruiscono il cambiamento con i fatti nei loro territori e non con gli slogan.
Le calabresi e i calabresi si rialzeranno con la propria testa e con le proprie gambe, non hanno bisogno di colonizzatori per i quali la Calabria vale giusto un selfie o una diretta facebook di una giornata.