Fondazione Terina, Spirlì: «Approfondimento amministrativo doveroso»
3 min di letturaLa replica del presidente della Regione al deputato D’Ippolito
«Da rivoluzionari e paladini della legalità a difensori dello status quo e del “tutto va bene Madama la Marchesa”: sarà colpa dell’indigestione da tonno, ingurgitato dopo aver aperto la scatoletta delle istituzioni».
Così il presidente della Regione, Nino Spirlì, in risposta alle accuse del parlamentare del M5s Giuseppe D’Ippolito in merito ai controlli disposti dalla stessa Regione sull’operato della fondazione Terina.
«Si resta senza parole – dice Spirlì – a leggere la pretestuosa presa di posizione di D’Ippolito, in campo per chiedere alla Regione di non compiere accertamenti e verifiche sulla funzionalità di una Fondazione regionale: in altri tempi, una richiesta di tal genere, se proveniente da altri, sarebbe stata portata dai Cinquestelle immediatamente all’attenzione di qualche Procura. Oggi, invece, diviene legittima e persino oggetto di vanto, mentre si vorrebbe mandare al rogo chi, con senso di responsabilità, si cura con attenzione della cosa pubblica».
«A ventilare l’ipotesi di un commissariamento – aggiunge – è solo D’Ippolito, che forse immagina che dalle verifiche disposte possa venir fuori qualcosa di grave. Noi, da sempre garantisti, restiamo lontani dal giustizialismo, ancor più quando immaginario: semplicemente, ci adoperiamo per garantire una costante azione di monitoraggio degli enti regionali, come in altri tempi i grillini chiedevano a gran voce nelle piazze».
«Archiviata l’epoca del vaffa, e trasformata l’anticasta in casta, evidentemente – prosegue il presidente – l’aria è cambiata. Ed omettendo di dire che la celebrazione del processo Rinascita Scott nei locali della Fondazione Terina è stata voluta dalla Regione, si usa questo argomento come foglia di fico per coprire qualcosa che solo D’Ippolito conosce. Non sa di sicuro, invece, che la Fondazione, essendo iscritta nel registro regionale delle persone giuridiche, è anche soggetta a rigorosi e periodici controlli. Ed ignora, probabilmente in maniera voluta, che la missione statutaria è comunque ben altra e diversa da quella, pure encomiabile e condivisa, di attrezzare aule bunker».
«Tra le tante omissioni di cui D’Ippolito si rende responsabile in questa vicenda – sottolinea ancora –, v’è anche quella relativa al fatto che l’attività ispettiva, peraltro prevista dallo Statuto della Fondazione, sia stata disposta autonomamente dalla dirigenza del Dipartimento competente, senza alcun atto o sollecitazione di natura politica. V’è da dire anche, ad onor del vero, che a tale decisione si è pervenuti in coda ad una risalente attività di verifica conclusa in maniera solo parziale, per la mancanza di adeguate risposte da parte del presidente della Fondazione. Del resto, poi, anche il Consiglio regionale, nel Documento di economia e finanza, ha evidenziato l’esistenza di varie criticità sotto il punto di vista finanziario e contabile, tali da rendere oggettivamente necessario e doveroso un approfondimento amministrativo».
«A sentire D’Ippolito, di fronte a questo la Regione – conclude Spirlì – avrebbe dovuto girare la testa dall’altra e fare finta di niente. A differenza sua, abbiamo un’altra concezione della politica e delle istituzioni. E per amore della Calabria e dei calabresi, ci teniamo ben stretta la nostra».