Una targa per ricordare il morzello, piatto tipico catanzarese
2 min di letturaSi svolgerà il prossimo 24 settembre, alle ore 17,30, la cerimonia di scopertura della targa “RUGA d’o Morzeddhu”, nel Vico I Piazza Roma in Catanzaro
Comunicato Stampa
La cucina catanzarese è fatta di tradizioni e rituali, più che di semplici ingredienti, che fanno da cassa di risonanza all’eco profonda della terra.
Non si riuscirebbe a capire oggi – in un mondo sempre più legato agli sprechi, alla cura dell’alimentazione e all’incalzare di diete di ogni genere che si pongono come guide – il significato profondo e il richiamo forte di queste ricette, il bisogno di difenderle e di recuperarle.
Questo è il senso delle ricette tradizionali, che insegnano a non sprecare e che non mancano mai di seguire il ritmo della natura e delle stagioni, soprattutto in un territorio come quello catanzarese che fa del cibo una delle tradizioni più sentite.
A sottolineare quanto sia sentita la tradizione, si svolgerà il prossimo 24 settembre, alle ore 17,30, la cerimonia di scopertura della Targa “RUGA d’o Morzeddhu”, nel Vico I Piazza Roma in Catanzaro.
Un traguardo, raggiunto dopo un iter amministrativo articolato, che rappresenta per l’Associazione “Antica Congrega Tre Colli” di Catanzaro motivo di piena soddisfazione.
Il medesimo traguardo, posto tra i punti dell’attuale gestione 2021-2023, delinea in modo chiaro la funzione primaria svolta dalla predetta Congrega, quale quella della difesa delle tradizioni gastronomiche territoriali e segnatamente catanzaresi.
Come afferma il Presidente dell’Associazione – Francesco Bianco – il piatto principe della cucina catanzarese deve avere anche un presidio di forte riconoscimento fisico. La strada, non scelta a caso, è quella nella quale, per decenni, ha avuto la sede una tra le varie storiche trattorie (putiche) della città, cioè quella di “Pepè u russu” – al secolo Giuseppe Mangone, deceduto alcuni anni fa.
Il “morzello” (morzeddhu) non è solo una pietanza tipica, ma è un piatto antico dalle marcate radici popolari, quindi rappresentativo dell’identità e delle usanze di una intera comunità.
E’ fondamentale, prosegue Bianco, promuovere con vigore le ricchezze della nostra tradizione, nella fattispecie gastronomica, soprattutto nel caso in cui le stesse si pongano su un piano di “rilevanza qualitativa” e di considerevole diffusione popolare. Ciò è, peraltro, fondamentale per alimentare l’interesse dei giovani, che saranno gli unici a potere proseguire su tale percorso.