Bene Comune: Pd non scarichi responsabilitàt sugli altri. Sì al dialogo ma con pari dignità
4 min di letturaDispiace constatare che ancora una volta il Partito Democratico lametino, dopo un mese di assoluto silenzio, anziché riflettere ed interrogarsi sulle ragioni di una sconfitta dalle proporzioni ben più marcate di quella di gennaio 2020 e magari tentare di fare qualche minima autocritica, individua sempre all’esterno i “responsabili” di operazioni elettorali dagli esiti deludenti che vedono sempre e solo nel Partito Democratico il principale soggetto promotore
Comunicato Stampa
Stiamo ai numeri, che sono implacabili: il centrosinistra a guida Callipo nel 2020 composto da sole 3 liste, senza Tansi e i Cinque Stelle che in quella tornata avevano conquistato insieme quasi il 16%, era arrivato a livello regionale a superare il 30%; il centrosinistra a guida Amalia Bruni composto da ben 7 liste, con dentro Tansi e i Cinque Stelle, non arriva al 28%. Stiamo parlando dunque di un tracollo di ben 18 punti percentuali: una vera e propria Waterloo politica!!!
Il dato cittadino riflette il risultato regionale. Se il Pd tiene in città, lo stesso non si può dire della coalizione guidata da Amalia Bruni. Ci sono dati incontrovertibili: nella città della candidata presidente, il centrosinistra è sotto di quasi venti punti rispetto al centrodestra di Occhiuto.
La coalizione unica Pd- Cinque Stelle- Tansi guidata da Amalia Bruni in città ottiene il 35%: dunque è quasi sei punti sotto il risultato ottenuto nel 2020 (Callipo e PD 26,83%; Tansi 7,05%; 5 stelle 6,64%), quando le tre forze politiche erano divise. E poi il dato più eclatante, che dimostra quanto, stando ai numeri, non vi sia stato alcun effetto traino del candidato presidente: a Lamezia, città per la prima volta nella sua storia esprimeva uno dei candidati a presidente, il dato sull’affluenza è incredibilmente quasi tre punti sotto il dato regionale.
Del resto non noi, ma un autorevole esponente del partito democratico lametino, Francesco Muraca, uno dei pochissimi fino ad oggi ad essersi esposto pubblicamente con un’analisi veritiera e onesta della situazione dopo il voto regionale, ha parlato sulla stampa di “cocente sconfitta elettorale”.
Non noi ma i Giovani Democratici lametini più volte in questi ultimi mesi hanno denunciato pubblicamente le magagne interne al PD cittadino e l’assenza di qualsiasi coinvolgimento nella vita del partito.
C’è un dato di realtà, che noi riconosciamo e che vorremmo che anche il Pd riconoscesse in maniera chiara: la sconfitta c’è stata ed è netta per tutto il centrosinistra. Per tutti, nessuno escluso.
La linea di Lamezia Bene Comune è chiara e coerente, dalle comunali 2019 alle ultime regionali: per dialogare c’è bisogno di una predisposizione all’ascolto e soprattutto di pari dignità politica di tutti i soggetti politici coinvolti, senza imposizioni e prevaricazioni.
Dalle comunali alle ultime regionali, che si chiami Piccioni che si chiami De Magistris, è il Partito Democratico, a Lamezia e in Calabria, a non imparare dalle sconfitte e ad insistere in un atteggiamento che tutto è meno che “democratico” e inclusivo, imponendo in modo autoreferenziale i propri metodi e i propri candidati, quasi sempre a ridosso del voto, pretendendo che gli altri si adeguino in ossequioso silenzio.
Per questo, e solo per questo, come movimento abbiamo mantenuto con coerenza la linea intrapresa a febbraio a sostegno del progetto di De Magistris.
Il PD, calabrese e lametino, non ha preso neppure in considerazione il percorso di innovazione e di partecipazione attivato in tutta la Calabria da Luigi De Magistris, i tanti giovani che per la prima volta hanno scelto di impegnarsi in prima persona, le tante espressioni della società civile che per mesi e mesi hanno lavorato in tutta la Calabria e che hanno consentito, per la prima volta nella storia calabrese, a un blocco civico di arrivare a quasi il 17% e di esprimere due autorevoli consiglieri regionali come Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo.
Di fronte all’atteggiamento di chiusura del Partito Democratico, che invece come al solito ha preferito tirare fuori dal cilindro una candidatura a ridosso del voto senza prendere in considerazione nulla che non avesse il marchio del Pd, con che coraggio si continua a scaricare la colpa sugli altri?
Noi non abbiamo nessuna presunzione ma con umiltà riconosciamo i nsotri limiti e un dato politico incontestabile: se vogliamo pensare a una nuova stagione di governo del centrosinistra a Lamezia, è evidente che noi di Lamezia Bene Comune da soli non possiamo pensare di essere autosufficienti.
Ma altrettanto dovrebbe riconoscere e ammettere il PD lametino: da solo non è autosufficiente e non ha alcuna possibilità di poter vincere.
Insomma cari amici del Partito Democratico lametino: Se Atene piange, Sparta non ride!!! Il popolo del centrosinistra è stanco di divisioni e fratture e noi vogliamo fare la nostra parte per uscire da questa situazione.
Nonostante la grave caduta di stile del PD lametino, noi siamo i primi ad essere aperti al dialogo e alla costruzione di un campo largo e inclusivo del centrosinistra allargato anche al Movimento 5 stelle: ma per dialogare, lo ribadiamo, sono imprescindibili la pari dignità politica, l’umiltà, la capacità di mettere da parte i rancori del passato e la pretesa di volersi imporre sugli altri del presente.
In questa direzione noi di Lamezia Bene Comune continueremo a lavorare costruendo sinergie con tutte quelle forze sane che si riconoscono nei valori della buona politica e dell’impegno quotidiano sul territorio.
Movimento Lamezia Bene Comune