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Raffaele Mazza protagonista al Premio internazionale Icon Art e Premio la Collettiva

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Raffaele Mazza protagonista al Premio internazionale Icon Art e Premio la Collettiva

Un lavoro collettivo, una sinergia di intenti per dare forma al talento attraverso la premiazione degli artisti che si sono distinti per creatività, originalità e contemporaneità nelle edizioni 2020 e 2021 del Premio IconArt

L’iniziativa – promossa da Prince Group e giunta alla sua terza edizione – si è svolta sabato 18 dicembre.

Quest’anno il progetto ha visto una duplice cerimonia di premiazione dal momento che quella prevista per il 2020 è stata precedentemente annullata per le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. La manifestazione si è tenuta alla Stazione marittima di Salerno.

Ha fatto da corollario all’evento una mostra collettiva che è stata aperta al pubblico dalle ore 9 alle ore 18. Alla presenza di Vittorio Sgarbi critico e storico d’arte, Rosario Sprovieri, Curatore d’arte e Funzionario per la promozione e comunicazione del MiC di Roma e la redazione della rivista bimestrale IconArt Magazine, pubblicata da Prince Editor.

L’iniziativa è stata presentata da Rita Corrente, Project Manager Prince Group e curatrice del Premio IconArt.

Tra tutti i partecipanti solo 20 artisti sono stati selezionati per il premio “La Collettiva”, tra cui Raffaele Mazza con “Desideravo Amore”.

L’opera è stata recensita dalla Dottoressa Isabella Fortunato (IFF) e pubblicata sul sito di IconArt Magazine all’interno della sezione chiamata “Note d’arte”, descrivendola come una rappresentazione concettualistica e materica, figurativa ed astratta, poeticamente pittorica e plasticamente scultorea. L’arte di Raffaele Mazza è la sintesi di un originale processo creativo fatto di sperimentazioni e scoperta di tecniche e stili, d’ispirazione fulminea e trascinante, di combinazione di elementi e materia asserviti all’idea.

Per l’artista lametino la materia è sostanza che si riempie di significato, è mezzo per diffondere un concetto, un messaggio che nella materia stessa si plasma e si genera, portando con sé il fremito emotivo della creazione. Le sue opere sono infatti frutto di moti interiori che, attraverso una giustapposizione istintiva degli elementi dettata dalle sensazioni del momento, tendono ad altrettante pulsazioni nella fruizione finale.

Così in “Desideravo amore” l’iconografia della composizione spinge a sentimenti contrastanti e turbamenti che rimandano al concetto forte e crudo che l’artista vuole veicolare.

Ed è quello di uno stato d’animo, del dolore, dei tormenti e dei sensi di colpa che attraversano una donna nel gesto estremo di rifiuto della vita che cresce in grembo e nello stesso tempo il sentimento di amore negato, ripreso anche dal titolo dell’opera.

Nella composizione è raffigurato il corpo nudo di una donna incinta, scolpito solo nel busto, senza volto e quindi senza identità, quasi a simboleggiare l’universalità della condizione, mortificato e torturato da tagli e ferite sanguinanti.

Da un lato un seno scoperto, a simbolo della vergogna per una gravidanza inattesa, e dall’altro un seno invece velato come riserbo e paura di ciò che sta accadendo dentro di sé.

Su questo si posa poi carezzevole la mano di un bambino, che sbuca da un fondo indefinito e porta con sé il non colore del bianco, metafora del “non è”, di una vita che mai sarà, concetto questo rafforzato anche dalle tre piume bianche che rimandano al regno angelico. Per contrasto il corpo femminile si carica del color oro, prezioso come il dono della maternità, e di righe di rosso, segno luttuoso della vita spezzata.

Mazza inoltre ha consegnato “CalendArte 2022” in edizione limitata in unica tiratura di stampa al Prof. Sgarbi e al Prof. Sprovieri, un calendario artistico che racchiude parte della produzione artistica dell’artista nell’anno 2021, giunto alla sua quinta edizione, un progetto ambizioso, che in futuro ambisce a raccogliere fondi da devolvere interamente in beneficenza, in connessione con lo spirito in cui Mazza vive la propria vita artistica.

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