Dopo il successo di Timere Sina Mazzei scrive seconda fiaba per bambini
3 min di lettura“C’era una volta un Mostro nell’armadio” è la seconda fiaba, dopo Timere, scritta da Sina Mazzei, docente di Scuola Primaria residente a Pianopoli, dove fin dalla più tenera età ha coltivato la sua passione per la scrittura intrisa di sogni e speranze. L’insegnante riscrive la sua esperienza scolastica attraverso un’allegoria disegnata con colori accesi, utilizzando le abili metafore per incoraggiare ad affrontare le difficoltà come possibilità per crescere e diventare grandi.
L’opera, pubblicata da Grafichéditore di Antonio Perri, fa parte di una collana di fiabe per bambini intitolata “Demetra” e annovera come protagonisti degli animali che, nel loro aspetto antropomorfico, personificano i conflitti interiori e suggeriscono, in maniera gentile, un modo per risolverli. Paride è l’eroe, il simbolo stesso dell’anima in trasformazione e del viaggio che ciascun essere intraprende durante la sua vita alla ricerca di se stesso e del significato dell’esistenza, innescando, così, quel cambiamento di consapevolezza di se stessi e della realtà.
Paride, che nasconde nell’armadio i suoi mostri, rappresenta la grande metafora delle nostre insicurezze più profonde e delle paure dell’inconscio, affronta con coraggio le sue incertezze tentando di capirle, accettarle e convivere con loro il più serenamente possibile preferendo, dapprima, stare tra le mura di casa, al riparo da un mondo che vede come nemico.
«Per me, che di mostri ne ho guardati e continuo a guardarne, – afferma l’autrice Mazzei – è come quel vento che ti spinge avanti fino a perdere l’equilibrio. Nella storia i luoghi, i personaggi, le parole, gli eroi rimandano a vissuti personali, ad esperienze di vita reale, alle difficoltà che si incontrano ogni giorno, alle sconfitte e conquiste, poiché la storia di Paride è la storia di tutte le storie. Non è solo una storia da leggere tutta d’un fiato, ma anche uno stimolo a pensare, un mododi ragionare che permette di indagare con curiosità la realtà, saper fare distinzioni, fare passi in avanti e poi indietro, e ancora quella capacità ad accettare il proprio limite e trovare il coraggio di andare nell’abisso e correre il rischio».
La fiaba non è solo destinata ai bambini ma anche agli adolescenti, educatori, facilitatori, insegnanti che intendono soffermarsi sul valore della parola, ma soprattutto che vogliono educare a guardare in faccia i mostri invece di evitarli.
E, per l’evidente finalità formativa e didattica, la fiaba merita di essere adottata nelle scuole diventando un proficuo stimolo per la crescita umana, sociale e culturale dei bambini.
La prefazione è stata curata magistralmente dalla dottoressa in filosofia Valentina Isabella la quale sostiene che «la Gola dell’Abisso permette di mostrare la verità a chi ancora non la conosce. Paride – prosegue – è l’eroe della fiaba che preferisce, dapprima, stare tra le mura di casa, che è il nostro posto sicuro, il luogo dove possiamo davvero metterci comodi e guardare i mostri nell’armadio».
Lina Latelli Nucifero