Coldiretti: la logistica dei trasporti non aiuta la Calabria
3 min di letturaColdiretti Calabria: aumento carburanti, deficit logistico e aumento materie prime spingono in alto inflazione e carrello della spesa
Circa l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada. L’aumento dei prezzi dei carburanti spinge l’inflazione, taglia la spesa delle famiglie e riduce la competitività delle imprese.
E’ quanto afferma la Coldiretti Calabria sugli effetti del nuovo aumento di gasolio e benzina che ha raggiunto il massimo da settembre 2013.
L’aumento sta contagiando l’intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce – sottolinea la Coldiretti – il potere di acquisto dei cittadini che hanno meno risorse da destinare ai consumi, e aumentano i costi per le imprese.
A subire gli effetti dei prezzi dei carburanti – continua la Coldiretti – è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere fino a quasi il 40% sul totale dei costi per frutta e verdura secondo una analisi su dati Ismea. Quest’anno – annota Coldiretti . produrre grano costa agli agricoltori 400 euro ad ettaro a causa dell’impennata dei costi energetici che si riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti.
In questo scenario pesa il deficit logistico per la carenza infrastrutturale per il trasporto merci, che aumenta il gap rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.
Da noi- riferisce Coldiretti – il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 €/km, più alto di altre nazioni. In queste condizioni è importante individuare alternative green come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sul Recovery plan elaborato dalla Coldiretti per sviluppare le bioenergie e concorrere concretamente a contrastare il cambiamento climatico.
In tale ottica occorre investire per realizzare nuove produzioni come il biometano agricolo Made in Italy “dalla stalla alla strada” per raggiungere l’obiettivo di immettere nella notevoli quantità di metri cubi di gas “verde” da qui al 2030. Partendo dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti come già fanno nella nostra regione diverse aziende – sottolinea la Coldiretti – è possibile arrivare alla realizzazione anche di impianti per la distribuzione del biometano utili per alimentare ad esempio le flotte del trasporto pubblico come autobus, ma non solo.
In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green.