La fine delle contrapposizioni tra credenti e non credenti risalenti agli anni ’60
3 min di letturaLa “Storia di una contaminazione politico-culturale tra credenti e non credenti per la crescita della società” è il titolo dell’incontro organizzato dall’Università della Terza Età di Lamezia Terme nella sua sede operativa nel pieno rispetto delle normative vigenti anti-Covid
A dialogare sul delicato ed impegnativo argomento il professore Severino Saccardi in collegamento da Firenze, l’avvocato Mario De Grazia e il professore Francesco Scoppetta. Dopo una rapida introduzione da parte della presidente dell’Uniter Costanza Falvo D’Urso, il professor Saccardi ha relazionato su un numero tematico della rivista Testimonianze, di cui è direttore, dedicato lo scorso anno a “Cattolici, sinistra, Pci, memoria e lezione di un dialogo alla prova”.
La rivista biennale, nonostante sia nata nel 1958 all’interno del mondo cattolico e fondata da Ernesto Balducci, oggi si può ritenere una rivista laica, cui collaborano credenti e non credenti, impegnata nella riflessione e meditazione sui grandi temi planetari dei diritti umani, del rispetto dell’ambiente, della cooperazione, della solidarietà e della pace.
Il professor Saccardi, per quattro anni Presidente del Cospe (Organizzazione non governativa di cooperaqzione allo sviluppo dei paesi emergenti) , ha messo in luce le forti tensioni, verificatesi fin dagli anni 60-70 tra l’ala conservatrice della Chiesa cattolica e il mondo delle Acli, schierato ab sinistra negli anni della guerra fredda, e la fine delle ideologie che segnavano la contrapposizione
tra credenti e non credenti, e di conseguenza l’esigenza stessa del dialogo tra cattolici e comunisti.
«Una questione che, nel Novecento ha segnato la vita politica, culturale e sociale del nostro paese, e che ora ritroviamo come memoria di un periodo concluso» ha precisato il professor Scoppetta per il quale «in realtà i temi della giustizia sociale e della libertà, che accomunavano parte del mondo cattolico e comunisti nel secolo scorso, sono sempre attualissimi, come stanno ad attestare le parole e la lezione di Papa Francesco. Anche nel mondo globale l’impegno comune di credenti e non credenti trovano linfa vitale in intuizioni feconde come la premura per gli ultimi e la cultura della solidarietà».
Partendo da Marx, che definì la religione “ l’oppio del popolo”, il professor Saccardi, percorre alcuni passaggi di innovazioni ambite da personalità come Gramsci che, già a metà degli anni ’50, avviano un processo di condivisione di valori come la pace e il disarmo avvicinando comunisti, socialisti e il movimento cattolico guidato da personalità come La Pira.
Un proficuo colloquio tra i diversi esponenti del tempo come Giovanni XXIII, che nel 1963 con l’enciclica Pacem in Terris rivolse un appello a credenti e non credenti, il vescovo di Ivrea Bettazzi e Berlinguer, contribuì a costruire un percorso di accostamento tra quei mondi che le ideologie avevano contrapposto.
Tale iter ha determinato la fine del tempo delle scomuniche e la scomparsa del disegno del mondo cattolico che si faveva coincidere con l’Occidente. Grande rilievo in questo contesto storico degli anni ‘60 ha rivestito a Lamezia Terme la figura di don Saverio Gatti illustrata egregiamente dall’avvocato De Grazia per il quale il sacerdote , di cui quest’anno ricorre il centenario della sua nascita, « ci ha riunito, ha insegnato la verità a noi giovani vissuti in quella realtà e ci ha fatto capire che la poltica è un servizio e ricerca del bene comune e che bisognava tornare al cristianesino vale a dire alle origini del Vangelo in linea con Papa Francesco per il quale «la politica è servizio, è l’aspetto più alto della carità finalizzato al bene comune».
Affermazione che trova la giusta collocazione ai tempi odierni in cui la Chiesa rivela maggiore apertura in direzione di una politica che va al di là dell’appartenenza e del colore politico di ogni cittadino.
Lina Latelli Nucifero