Covid Italia, da obbligo vaccinale a mascherine all’aperto: cosa cambia
7 min di letturaIn vigore da ieri le nuove regole per la scuola. Green pass sempre più necessario. Costa: “Dall’11 febbraio stop a obbligo mascherine all’aperto in tutta Italia”
Dalla scuola al Green pass passando per le mascherine all’aperto e all’obbligo vaccinale sul lavoro. Sono cambiate e continuano a cambiare misure e regole anti covid.
Da ieri, lunedì 7 febbraio, sono entrate in vigore le novità previste dal decreto approvato lo scorso 2 febbraio per gli studenti. Il certificato verde è diventato sempre più necessario, visto che va esibito anche negli uffici postali, in banca o dal tabaccaio per comprare le sigarette.
E dal 15 febbraio la versione rafforzata sarà indispensabile per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età che accederanno ai luoghi di lavoro.
Stop obbligo mascherine all’aperto e fine stato emergenza
L’ultima novità riguarda le mascherine all’aperto. Secondo quanto annunciato dal sottosegretario alla salute Andrea Costa dall’11 febbraio non saranno più obbligatorie in tutta Italia, indipendentemente dal colore della zona. Il 31 dicembre l’esecutivo ha deciso di prorogare per altri 10 giorni la misura dell’obbligo. L’ordinanza scade il 10 febbraio: stando a quanto dichiarato da Costa non sarà quindi riconfermata.
“Sono certo che dall’11 di febbraio” in Italia “cadrà l’obbligo di mascherina all’aperto non solo per le zone bianche, ma per l’intero Paese e questo potrà essere un primo segnale di ripartenza, di fiducia e di speranza”, ha affermato Costa aggiungendo: “Questa è una discussione che sta avvenendo in queste ore e ho motivi per dire che si possa andare in questa direzione. Quindi quello che esprimo mi auguro che sia la posizione del Governo. Bisogna ripartire e intanto ripartiamo dal togliere le mascherine all’aperto indipendentemente dai colori delle varie regioni”.
Costa ha parlato anche dello stato d’emergenza: “L’obiettivo del governo è che non venga prorogato dopo il 31 marzo e confido che ci siano le condizioni per non prorogarlo”. Quanto al Green pass, indica una possibile data di progressivo allentamento da metà marzo. “Faccio un ragionamento semplice e di buon senso”, ha spiegato: “Il Green pass è stato molto utile per incentivare la vaccinazione e allora dobbiamo tenere presente che è fondamentale somministrare la terza dose perché è quella che ci protegge maggiormente dalle conseguenze gravi dalla malattia. E allora – ha detto Costa – se consideriamo che nel nostro Paese circa 48 milioni di cittadini sono vaccinati e 35 milioni hanno ricevuto la dose booster, significa che abbiamo circa 13 milioni di dosi da somministrare”. “Se procediamo con questo ritmo – ha sottolineato – è facile pensare che per metà marzo avremo completato la dose booster a 48 milioni di concittadini. Da lì sicuramente inizierà una nuova fase e, così come abbiamo introdotto gradualmente le restrizioni, con la solita gradualità inizieremo un allentamento delle misure”.
Scuola
Sono entrate in vigore ieri, lunedì 7 febbraio, le novità per la scuola previste dal decreto approvato lo scorso 2 febbraio. Le nuove regole sono retroattive e riguardano tutti, anche le migliaia di studenti che sono già a casa in didattica a distanza perché nelle loro classi si sono riscontrati casi di positività. Ecco il quadro delle regole:
All’asilo nido e nella scuola dell’infanzia si continua a frequentare in presenza fino a 4 casi positivi al covid. Non sono necessari provvedimenti se i bambini sono asintomatici. In caso di sintomi, è necessario sottoporsi ad un tampone (molecolare, antigenico, fai da te) e il rientro in classe potrà avvenire dopo un test negativo e senza un certificato medico. Se i positivi in classe sono 5, stop alla frequenza e rientro subordinato ad un tampone negativo: sono esentati bambini vaccinati o guariti da meno di 4 mesi.
Nella scuola elementare, didattica in presenza fino a 4 casi positivi in classe. Si va però in aula indossando la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni a partire dall’ultimo contatto con il positivo. Gli studenti positivi al virus potranno rientrare dopo l’esito negativo di un tampone (molecolare, rapido, fai da te), a cui gli altri ragazzi dovranno sottoporsi solo in caso di presenza di sintomi. Il quadro cambia e si divide in due se i casi positivi sono almeno 5. I soggetti non vaccinati – così come quelli che sono stati vaccinati o sono guariti da oltre 120 giorni – non possono frequentare in presenza e devono ricorrere alla Ddi (didattica digitale integrata) da casa. Gli studenti vaccinati o guariti da meno di 4 mesi, invece, possono recarsi in classe indossando la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni. Il rientro in classe di positivi, non vaccinati o vaccinati e guariti da oltre 4 mesi può avvenire dopo un tampone negativo.
Alla scuole secondarie di I e II grado se c’è un solo caso positivo in classe, per tutti gli altri studenti l’attività didattica prosegue in presenza: in aula bisogna indossare la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni. Il soggetto positivo può rientrare dopo un tampone negativo, senza dover presentare un certificato medico. Se i casi positivi sono 2 o più di 2, interviene la distinzione. Gli studenti non vaccinati – così come quelli che sono stati vaccinati o sono guariti dal covid da oltre 120 giorni – dovranno ricorrere alla Did. Chi è vaccinato o guarito da meno di 120 giorni, invece, potrà seguire le lezioni in presenza indossando la mascherina Ffp2. I positivi e i non vaccinati/ vaccinati o guariti da più di 120 giorni, devono sempre portare un test che accerti la negatività. Gli altri dovranno essere sottoposti alla verifica del Green pass con l’app di verifica C-19 per i 5 giorni successivi alla conoscenza dell’ultimo caso.
Green pass e obbligo vaccinale
Dall’1 febbraio il Green pass – che si ottiene con il vaccino, se si è guariti dal Covid ma anche con un tampone negativo effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 ore se rapido – è necessario anche per andare negli uffici postali, in banca o dal tabaccaio per comprare le sigarette. E’ inoltre inoltre necessario per entrare negli uffici pubblici, negli uffici finanziari e nelle attività commerciali (ossia i negozi). Ma le esigenze alimentari e di prima necessità, sanitarie, di sicurezza e di giustizia saranno sempre garantite – andare in una caserma, ad esempio, per sporgere denuncia – senza bisogno di esibire il certificato verde. Il Green pass non serve dunque per entrare in tutti i negozi che vendono in prevalenza prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimenti vari). Libero anche l’accesso ai mercati all’aperto, nei negozi per il commercio al dettaglio di prodotti surgelati.
Il governo ha chiarito che l’accesso libero a tutti questi “esercizi commerciali consente l’acquisto di qualsiasi tipo di merce, anche se non legata al soddisfacimento delle esigenze essenziali e primarie”. Anche le esigenze di sicurezza e di giustizia saranno sempre garantite – andare in una caserma, ad esempio, per sporgere denuncia – senza bisogno di esibire il certificato verde. Per le persone che accedono senza Green pass ai servizi e alle attività in cui è obbligatorio averlo, è prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro. La stessa sanzione si applica al soggetto tenuto a controllare il possesso del Green pass se omette il controllo.
Sempre dall’1 febbraio sono scattate le sanzioni per tutti gli over 50 (salvo chi ne è esentato per motivi di salute) che non sono vaccinati contro il covid: per tutti coloro che non sono in regola con l’obbligo vaccinale, infatti, è prevista una sanzione di 100 euro una tantum. La sanzione è irrogata dall’Agenzia delle Entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.
Dal 15 febbraio prossimo, inoltre, il nuovo decreto introduce l’obbligo di Green pass rafforzato o Super green pass per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età che accederanno ai luoghi di lavoro. “L’obbligo non sussiste in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore, nel rispetto delle circolari del Ministero della salute in materia di esenzione dalla vaccinazione anti SARS-CoV-2; in tali casi la vaccinazione può essere omessa o differita. L’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante, determina il differimento della vaccinazione”.
Il Green pass è diventato illimitato per chi ha tre dosi di vaccino oppure è guarito e ha almeno due dosi di vaccino. Per chi ha due dosi (o una più la guarigione), il certificato vale 6 mesi.
Quarantena
Quanto alla quarantena è stata ridotta a 5 giorni per i non vaccinati e per chi non ha completato il ciclo vaccinale contro il covid in caso di contatto stretto con una persona positiva. La fine della quarantena è condizionata all’esito negativo di un test rapido o molecolare dopo i 5 giorni ed è obbligatorio indossare la mascherina Ffp2 anche per i 5 giorni successivi. Per coloro che hanno ricevuto la dose booster o che hanno completato il ciclo vaccinale primario entro 120 giorni, che sono guariti entro 120 giorni o che sono guariti dopo il completamento del ciclo primario se asintomatici, c’è solo l’autosorveglianza di cinque giorni e l’obbligo di indossare la mascherina Fffp2 per dieci giorni in tutto. Sempre se non sono emersi sintomi, non serve un tampone negativo in uscita