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“Occasioni e ricordismo”. Recensione del libro di Espedito Domenico Maesano

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“Occasioni e ricordismo”. Recensione del libro di Espedito Domenico Maesano

“Sguardi sul passato: ricordi e occasioni nel gioco del tempo”

Il titolo stesso del libro di Maesano, “Occasioni e ricordismo”, introduce immediatamente il lettore in un mondo interiore, induce a fare della memoria un materiale di indagine introspettiva e profonda che parte direttamente dall’IO narrante e divaga nei meandri del ricordo, che assume qui un valore simbolico anche nell’uso delle parole liberamente accostate ed inventate come il termine “ricordismo”.

E’ fermarsi ad osservare la propria anima cercando nel passato le risposte del presente, a volte interpretandole in maniera criptica e metaforica altre volte in maniera semplice ed immediata seguendo un filo tenue che riporti ad una occasione, ad una scelta fatta, che in retrospettiva si coglie come determinante.

L’autore definisce i racconti brevi che compongono il libro come “scherzi della penna”, per volerne sottolineare la leggerezza autoironica; eppure si ritrova in essi quel desiderio di capire la propria esistenza e il proprio essere come piccola parte di un universo armonico, il cui disegno si percepisce ma non si comprende pienamente se non pensando a ciò che è stato. Da qui il “ricordismo”, ossia quella pratica a cui si abbandona la nostra mente se non è sorvegliata dalla coscienza.

“Ognuno di noi – scrive Maesano- credo abbia avuto durante la sua vita dei momenti che, a distanza di tempo, lo abbiano portato a pensare che avrebbe potuto cogliere quegli attimi in maniera diversa o che gli siano sfuggiti…” parole non dette, attimi fugaci, occasioni perdute, altre vite, altri destini: la vita è un gioco dove le possibili soluzioni diventano molteplici e ci riconduce ad una visione epicurea, di distacco, in tempi frenetici e a volte difficili da decifrare, solo la memoria può confermare l’identità individuale.

Lo sguardo di Maesano è anche sul presente, fatto di convenzioni sociali, di stereotipi che allontanano sempre di più dalla realtà. Anche qui il suo sguardo è lucido ed ironico, molto attento e pronto a cogliere ogni sfumatura dell’agire; nel “ricordismo”, termine coniato dall’autore (una libertà linguistica), il ricordo dell’occasione persa diventa una possibilità mancata, un momento concesso ad ognuno di noi per poter rievocare i “tempi passati” nella amarezza di non aver saputo cogliere l’attimo.

Ciò che l’autore racconta è anche una ricerca di valori etici legati alla famiglia e alla collettività, abiti morali che sono stati dismessi per un progresso che ha portato il benessere, ma, anche alla perdita di una identità culturale.

Il libro vuole essere una piacevole lettura, un dialogare su impressioni e stati d’animo della vita quotidiana in cui il passato ritorna con sommessa convinzione per far luce sul presente, una esperienza conoscitiva che coinvolge ognuno di noi.

Teresa Bitonti

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