Assegno Unico: le famiglie con bambini perdono fino a 2 mila euro l’anno
3 min di letturaFedercontribuenti: “Con l’Assegno Unico sono stati aboliti gli ANF, risolvendo il problema di quei datori di lavoro che trattenevano gli assegni al nucleo familiare indebitamente, ma ha fortemente penalizzato le famiglie con disabili e con bambini piccoli
Comunicato Stampa
Il problema è nei calcoli: “hanno lanciato l’Assegno Unico parlando di 175 euro a figlio fino ad un massimo di 610 euro per 3 figli abolendo la maternità dei comuni, bonus bebè, premio alla nascita ai quali bisognava aggiungere sempre gli ANF con una perdita di circa 2 mila euro l’anno in favore delle famiglie”.
Così strutturato l’Assegno Unico non aiuta le famiglie e non incentiva le nascite”.
Con il vecchio sistema, ancor prima della maggiorazione degli ANF, si percepivano gli assegni al nucleo familiare calcolati in base al reddito dei genitori e non sull’ISEE: un nucleo familiare con un reddito di circa 15.000 mila euro percepiva ogni mese un assegno pari a 135 euro, ai quali bisognava aggiungere la detrazione di circa 700 euro l’anno per ogni figlio che aveva più di 3 anni e 1200 euro per i bambini con età inferiore ai 3 anni. Chiaro che con l’introduzione dell’Assegno Unico, che ha eliminato ogni altro bonus legato ai figli, un nucleo familiare con un reddito limite alla soglia di povertà ha perduto ulteriori 2 mila euro annue”.
Le famiglie con disabili le più svantaggiate: “incredibile ma vero il prezzo più salato lo pagano quelle famiglie con figli disabili al 100% ai quali è stato imposto un limite di età dopo il quale perdono il diritto al sussidio già di suo scarso. Un genitore, con figlio disabile di 50 anni si vede corrispondere solo 85 euro e solo nel caso il suo ISEE non superi i 15 mila euro. Solo chi ha un figlio disabile al 100% e che necessità di supporti costanti per garantirgli una vita dignitosa può sapere quanto costano, in termini di strutture, di attrezzature e di costo legato alla corrente elettrica. Inutile lanciare allarmi drammatici sulla scarsa natalità in Italia se non ci facciamo carico, come Stato, di aiutare economicamente le famiglie a fare bambini. Ricordiamo che una famiglia al di sotto della soglia di povertà si vede prelevare i figli dai tribunali minorili per spedirli nelle case famiglie supportate economicamente dallo Stato. È giusto quindi ritenerci tutti dei cretini!”
Decidiamo tutti una buona volta: “o imponiamo per Legge un salario minimo di almeno 1.200 euro aiutando i datori di lavoro togliendogli dalle spalle il costo del lavoro; o l’Assegno Unico diventi, fino ad una soglia reddito di 35 mila euro netto all’anno, un contributo pari a 175 euro a figlio e uguale per tutti fino a 21 anni, oltre sé iscritto all’università e a vita per i disabili al 100%”