Giornate liturgiche diocesane, stare insieme per camminare insieme
4 min di lettura“Dalla vostra unità e dal vostro amore concorde si canti a Gesù Cristo. E ciascuno diventi un coro, affinché nell’armonia del vostro accordo prendendo nell’unità il tono di Dio, cantiate ad una sola voce per Gesù Cristo al Padre, perché vi ascolti e vi riconosca, per le buone opere, che siete le membra di Gesù Cristo. È necessario per voi trovarvi nella inseparabile unità per essere sempre partecipi di Dio. (Lettera agli Efesini, sant’Ignazio di Antiochia). Queste le parole risuonate e meditate all’interno della celebrazione delle Gornate Liturgiche diocesane tenutesi nei giorni 8 maggio, presso il complesso interparrocchiale s. Benedetto, 15 maggio nel santuario Madonna di Dipodi e 28 maggio nel santuario Nostra Signora di Fatima di Soveria Mannelli. Ministri straordinari della Comunione, corali, gruppi liturgici e ministranti, riuniti per vicarie, si sono ritrovati in un pomeriggio di preghiera e formazione perché “niente di tutto ciò che facciamo noi nella liturgia può apparire come più importante di quello che invisibilmente, ma realmente, fa il Cristo per l’opera del suo Spirito” (Vicesimus quintus annus,10).
“Siate una Sì…nfonia” ha esordito il Direttore dell’Ufficio Liturgico, don Antonio Colombino, all’inizio di ogni incontro, perché camminare insieme è il proposito di ogni cristiano che in questo tempo di preparazione al Sinodo, è chiamato a vivere più intensamente.
Dopo un primo momento di preghiera e lode sulle tracce dei discepoli di Emmaus, l’assemblea ha vissuto un momento di formazione specifica: don Pino Fazio, responsabile della corale diocesana ha incontrato i cori esponendo loro l’importanza del canto nella celebrazione della Messa. Come ricorda la Sacrosantum Concilium, “la tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio d’inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne” (SC, 112).
Ministri straordinari della comunione, lettori e gruppi liturgici invece, accompagnati da don Antonio Colombino, don Domenico Coffani, don Enzo Mastroianni e suor Eleonora Calvo hanno riflettuto insieme sull’eucarestia e sinodalità. Prendendo spunto dal racconto di Emmaus è possibile riconoscere la vera comunione, partecipazione e missione all’interno della Chiesa di questo tempo. Il Signore si rende visibile nella sua condizione di Risorto e si fa compagno di viaggio (συνοδος-sinodo), in quella medesima maniera in cui ancora oggi si presenta a noi, cioè in mysterio: nella Parola e nell’Eucaristia.
Gesù spiega il senso delle Scritture e spezza il pane con i due discepoli. È la sinassi eucaristica. Sinodo e sinassi, dunque, sono strettamente connessi, perché il camminare insieme è conseguenza dello stare insieme e viceversa, nutrirsi di Cristo per camminare con Lui e i fratelli.
Tutte le volte che viene celebrato il memoriale del sacrificio di Cristo si compie un’azione che ha carattere ecclesiale, in cui ogni membro attivo, partecipante e celebrante, compie e adempie quelle norme necessarie che rendono la celebrazione del rito della Messa un sacrificio valido e accetto al Padre.
Fare continua memoria di tale grandezza è necessaria per non trascurare certi aspetti della celebrazione e vivere una partecipazione attiva e consapevole al mistero eucaristico.
Alla formazione catechetica è seguito il lavoro laboratoriale in gruppi per un sincero confronto e dialogo sui temi trattati mentre i ministranti hanno svolto, nel contempo, un’attività ludica e formativa.
Tutto ciò è necessario, infatti, affinché la liturgia diventi un’esperienza formatrice e trasformatrice, in cui laici e pastori “siano introdotti a coglierne il significato e il linguaggio simbolico, compresi l’arte, il canto e la musica al servizio del mistero celebrato [.]. La liturgia non è “il campo del fai-da-te”, ma l’epifania della comunione ecclesiale. Perciò, nelle preghiere e nei gesti risuona il “noi” e non lo “io”; la comunità reale, non il soggetto ideale.
Quando si rimpiangono nostalgicamente tendenze passate o se ne vogliono imporre di nuove, si rischia invece di anteporre la parte al tutto, l’io al Popolo di Dio, l’astratto al concreto, l’ideologia alla comunione e, alla radice, il mondano allo spirituale” (Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti all’assemblea plenaria della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti).
A conclusione della giornata, la benedizione con la consegna dei tesserini rinnovati per i ministri straordinari della comunione ha riunito tutti i fedeli con l’augurio di vivere e mettere in pratica la Buona Novella che, nella via di Emmaus, chiama tutti ad essere santi compagni di viaggio.