“Lamezia vuole bene a San Antonio perché ci ricorda che Dio ci vuole bene”
4 min di letturaCelebrata al Santuario di San Antonio di Padova la solenne concelebrazione eucaristica alla presenza delle Forze dell’Ordine e delle associazioni d’arma che, come ogni anno, il 13 giugno, rendono omaggio al Santo patavino Protettore della città di Lamezia Terme e alla comunità dei padri Cappuccini
“Perché Lamezia vuole così tanto bene ad Antonio da Padova – ha detto nell’omelia monsignor Giuseppe Angotti da questa mattina amministratore diocesano di Lamezia Terme – perché ci ricorda che Dio ci vuole bene anche quando noi comprendiamo ciò che accade attorno a noi, ci invita a continuare ad avere fiducia in Lui. Se Antonio oggi potesse parlarci, ci direbbe che lui non è stato da sempre su quel baldacchino dove oggi noi lo veneriamo. Fernando, che poi avrebbe assunto il nome di Antonio, ha vissuto la nostra stessa umanità, in tempi storici per molti versi simili a quelli di oggi. Anche ai tempi di Antonio, c’era chi aveva tutto e chi non aveva niente; coloro ai quali bastava dire una parola per ottenere tutto ciò che volevano e i poveri che dovevano domandare come favore ciò che era un loro diritto. E Antonio ha scelto da che parte stare: dalla parte di Gesù. Anche quando i potenti lo circuivano, lui sfruttava quelle occasioni per agire a favore dei poveri”.
Ripercorrendo i momenti salienti della vita del Santo, monsignor Angotti ha delineato nella vita e nella santità di Antonio “un uomo che ha compiuto delle scelte nella propria vita, a partire dalla scelta fondamentale, decisiva: quella di seguire Gesù. Il cristiano è un uomo che sceglie, non subisce le scelte. Il suo desiderio di andare a predicare in Marocco per poi essere costretto a ritornare verso Lisbona a causa della malaria, approdando poi in Sicilia da dove si metterà in cammino verso Assisi al Capitolo delle Stuoie, ci ricorda che Dio segue vie per arrivare a noi che spesso non corrispondono a quelle da noi pianificate. Questo ci interpella come credenti e anche come società civile: siamo tutti chiamati a scegliere le vie giuste da intraprendere per dare risposte giuste alle domande dell’umanità. Anche Antonio avrà fatto i suoi errori, avrà avuto i suoi momenti di sconforto, ma oggi ci ricorda che ogni giorno, caduta dopo caduta, scelta dopo scelta, siamo chiamati come lui a rivolgere di nuovo lo sguardo e a risintonizzarci con Gesù. Preghiamo S. Antonio perché ci ricordi che non c’è fatica, sofferenza, impegno, lotta che, se vissuti in Dio, non possano servire per il bene nostro. E quando serve per il bene nostro, come buoni cittadini del mondo, siamo capaci di essere portatori di speranza e a contribuiremo per rendere presente nella città degli uomini la città di Dio che, nell’amore, trova il suo seme e la sua pienezza”.
Un pensiero particolare da monsignor Angotti alle Forze dell’Ordine “il cui lavoro quotidiano ci rassicura e ci ricorda che l’impegno per il bene comune appartiene a tutti, ciascuno nel proprio ruolo e nel proprio servizio. Impegniamoci a pregare ogni giorno per chi offre il proprio servizio alla collettività. Impegnarsi per il bene della città, vuol dire lavorare perché ogni cittadino stia bene”.
Monsignor Angotti ha portato il saluto di monsignor Schillaci, che sabato scorso ha preso possesso della Diocesi di Nicosia, e ha invitato a pregare S. Antonio per monsignor Serafino Parisi “che si sta preparando a questo incontro con noi. Possa S. Antonio infondergli la sua stessa passione e il suo amore”.
All’inizio della celebrazione, il guardiano del convento lametino dei Cappuccini padre Giuseppe Sinopoli ha rivolto il suo saluto ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle istituzioni ricordando “il delicato compito svolto per difendere la legalità e il bene comune ogni giorno. Oggi siamo invitati a pregare per voi S. Antonio e in particolare a rivolgere un pensiero e una preghiera a quanti sono caduti nello svolgere il loro servizio”.
Le celebrazioni in onore di S. Antonio di Padova culmineranno nella processione di domani alle 16.30 che percorrerà la città secondo l’itinerario tradizionale per concludersi sul piazzale del Santuario attorno alle ore 21.