Covid e lavoro, Ffp2 e smart working: protocollo e regole
5 min di letturaAggiornato il documento “considerata l’impennata dei contagi di questi giorni”
Mascherine Ffp2 raccomandate sul luogo di lavoro nel privato, smart working e lavoro agile, gestione dei positivi in azienda.
Prende forma il nuovo Protocollo covid, un documento “più snello”, spiega una nota del ministero del Lavoro che ha sottoscritto il documento con ministero della Salute, Mise e Inail e parti sociali. Si concretizza una semplificazione importante del quadro di regole dunque, ma, ammonisce il ministero, “non è un liberi tutti, considerata l’impennata dei contagi di questi giorni”. Le misure verranno riesaminate entro il 31 ottobre.
MASCHERINE – Cade l’obbligo generalizzato legato alle mascherine ma le aziende devono mettere a disposizione dispositivi Ffp2. Il Protocollo prevede infatti che l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti Ffp2 resti “un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative”. Per questo “il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo“.
Inoltre, il datore di lavoro, su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi sopra richiamati,” individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (FFP2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili“.
“Grande senso di responsabilità è stato dimostrato da tutte le parti sociali che, in un momento di ripresa dei contagi, hanno saputo fissare alcune regole-chiave che avranno un ruolo importante nel contribuire al contenimento del virus”, prosegue la nota. “L’impegno è stato unanime per adottare misure adeguate ad affrontare l’attuale fase pandemica”, aggiunge sottolineando come le misure prevenzionali riguardino “le informazioni, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, a tutti i lavoratori e a chiunque entri nel luogo di lavoro del rischio di contagio da Covid-19, le modalità di ingresso nei luoghi di lavoro, la gestione degli appalti, la pulizia e la sanificazione dei locali e il ricambio dell’aria, le precauzioni igieniche personali. E ancora: i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, la gestione degli spazi comuni, la gestione dell’entrata e uscita dei dipendenti, la gestione di una persona sintomatica in azienda, la sorveglianza sanitaria, il lavoro agile, la protezione rafforzata dei lavoratori fragili”.
Centrale è poi il ruolo dei comitati aziendali per l’applicazione e la verifica delle regole prevenzione. Le Parti si impegnano ad incontrarsi ove si registrino mutamenti dell’attuale quadro epidemiologico che richiedano una ridefinizione delle misure prevenzionali qui condivise e, comunque, entro il 31 ottobre 2022 per verificare l‘aggiornamento delle medesime misure.
Nello specifico, gli esiti del costante monitoraggio sulla circolazione di varianti di virus Sars-cov-2 ad alta trasmissibilità delle ultime settimane sottolineano l’importanza di garantire condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti e delle modalità di lavoro a specifica tutela dei lavoratori stessi.
CGIL – “Soddisfatti per la sottoscrizione del Protocollo. Quanto firmato quest’oggi corrisponde agli orientamenti che avevamo assunto attraverso l’equiparazione tra luoghi di lavoro pubblici e privati e il superamento dell’obbligo di mascherina come deciso dal legislatore con la sola eccezione a tutela dei fragili, nel caso sia disposta dal medico competente”. Così, in una nota, la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David commenta l’accordo e la sottoscrizione del Protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 in ambiti di lavoro.
“Il Protocollo – spiega – è stato confermato nel suo impianto e semplificato rispetto alle nuove norme: Comitati informazione, modalità di ingresso, appalti, gel e sanificazione, distanziamento, gestione degli spazi comuni, dell’entrata e dell’uscita, sorveglianza sanitaria, medico competente, Rls, fragili”.
Infine, precisa Re David “le mascherine non più obbligatorie restano un presidio importante nei luoghi chiusi, a contatto con il pubblico e dove non si riesce a garantire il metro di distanziamento. Una verifica del protocollo – conclude – è prevista entro il 31 ottobre”.
CISL – “È un risultato molto importante l’accordo raggiunto oggi per l’aggiornamento del protocollo anti covid nei luoghi di lavoro dopo un intenso negoziato tra parti sociali e ministeri competenti. Tagliamo un nuovo grande risultato frutto del confronto e della partecipazione attiva delle parti sociali”. È quanto sottolinea il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra commentando il lungo incontro tecnico di oggi .
“Si afferma la centralità della valutazione specifica e l’individuazione delle misure necessarie per ogni contesto e popolazione lavorativi, sulla base di regole certe. Il protocollo aziendale aggiornato dovrà declinare dove, quando e per chi sarà obbligatorio l’uso delle mascherine FFP2, tenendo a riferimento in particolare i luoghi al chiuso e quelli con maggiore affollamento ed affluenza di persone, non potendo comunque infrangere la regola del distanziamento minimo. La giusta attenzione dovrà essere riservata ai lavoratori fragili”, spiega.
“Resta determinante l’interazione ed il confronto tra le figure principali della prevenzione, oltre al datore, l’RSPP, il medico curante e gli RLS/RLST. Importante anche la conferma di una ampia disponibilità di igienizzante in tutti i contesti lavorativi ed un presidio maggiore nella pulizia, arrivando in certi casi anche alla sanificazione. Adeguata la possibilità di favorire, dove praticabile, il lavoro agile. Prevista una revisione entro il 31 ottobre, alla luce dell’andamento della curva epidemiologica”, conclude.