Pos obbligatorio per i commercianti, ennesimo favore per le banche
3 min di letturaA Madrid un’inquietante leggerezza avvolgeva il summit della NATO dedicato alla questione ucraina, delicatissima, pur tra so,rrisi e strette di mano, naturalmente alla presenza di colui che in tanti designano come il suo futuro segretario, Mario Draghi
Comunicato Stampa
Peccato che, frattanto, gli italiani che il Nostro dovrebbe tutelare e rappresentare abbiano ricevuto l’ennesimo colpo, ben assestato dall’oligarchia finanziaria apolide che guida la politica – e oramai senza neppure più nascondersi. In particolare, i commercianti, ovvero quelli che sono riusciti a non fallire in due anni di misure demenziali e ridicole (se non fossero tragiche), sono la categoria che viene investita da una nuova misura folle. Pressoché scontato è aggiungere che, in definitiva, saranno le banche a beneficiarne.
Dal 30 giugno POS obbligatorio per tutti gli esercenti, dalle boutique di lusso ai bar di quartiere, e multe salate per coloro che dovessero rifiutare tale forma di pagamento, anche solo per un caffè o per acquisti risibili. Italexit è assolutamente contraria e fortemente critica verso questo provvedimento.
Infiocchettato da un bell’acronimo anglofono, il Point of Sale diviene una nuova arma contro l’uso del contante, nonché un regalo alle banche e non solo per le relative commissioni: il POS, per i commercianti, rappresenta un costo giacché il servizio va abilitato da un istituto di credito.
Nel dettaglio, secondo le statistiche, ecco gli oneri per i commercianti: costo di attivazione, in quanto è richiesto l’intervento di un tecnico per la sua installazione; costo o canone di locazione, poiché l’apparecchio viene preso in comodato di uso; commissioni POS su ogni transazione; costo dell’abbonamento telefonico alla linea fissa. Sommando tutte queste voci il costo di un terminale fisso oscilla fra i mille e i duemila euro l’anno (escluse le commissioni bancarie). Non possiamo credere alla storiella della lotta all’evasione.
Non sono di certo i poveri commercianti a “evadere”, piuttosto cercano di sopravvivere. Né possiamo credere alla buona fede: c’è qualcosa di scientifico in questo accanimento del Governo dei Migliori (sic!) contro i cittadini italiani. Si è inverata la profezia di Francesco Cossiga: Mario Draghi, il «vile affarista», sta ultimando la svendita del Paese ai potentati stranieri e si comporta da liquidatore fallimentare.
Anziché tutelare la piccola e media impresa, quella che un tempo fece grande la nostra economia, si incide ulteriormente sui costi già gravati dalla presunta pandemia, prima, e poi dalla crisi internazionale. Peraltro, tanto il Covid quanto la guerra in Ucraina sono stati affrontati con misure che in ultima analisi non hanno fatto che danneggiare il tessuto sociale, economico e produttivo del Paese.
Ora, l’agenda mondialista prevede una graduale stretta all’uso del contante. Ci saranno sempre giornalisti disposti a presentarla come una misura progressista, al passo con i tempi; e gente evidentemente disturbata, o assuefatta ala narrazione dominante, che ci crederà.
Ci sarà, un giorno, una rivolta dei “No Pos”? Lo speriamo, e Italexit sarà in prima fila.
Coordinamento Italexit Calabria